Chi pratica la mindfulness vive questa esperienza come un ritorno alla pienezza e alla consapevolezza che giacciono già dentro di noi, aspettando solo di essere riscoperte. Sintonizzarsi con le sensazioni fisiche è una ri-connessione, non una nuova connessione. Nel body scan (vedi pagg. 120-125) ogni parte del corpo riceve la nostra compassionevole attenzione. Il nostro corpo non è un tempio: è la nostra casa. Il body scan, come abbiamo visto, rivolge la mente al corpo in un modo che armonizza e unisce le due dimensioni. Il concetto di unione è insito anche nello yoga, che letteralmente significa “unire insieme”, un riferimento al giogo (yoke, in inglese) dei cavalli o dei buoi, che è una metafora dell’armonia mente-corpo.
Yoga del sole e della luna
Lo yoga è una pratica antica che ha avuto origine in India oltre 5000 anni fa. Tradizionalmente, era visto come una via verso la purificazione, un modo per preparare il corpo ad accogliere le forme più alte di meditazione. Nelle sue varianti moderne, occidentalizzate, è concepito più come uno strumento per rilassarsi e sciogliere le tensioni, rafforzare e allungare i muscoli, equilibrare e integrare mente e corpo. L’hatha yoga, la forma più diffusa in occidente, prende il nome da ha che significa “sole” e tha “luna”. Unificando il potere dei due corpi celesti, l’hatha yoga libera le energie maschili e femminili che stanno in ognuno di noi. Attraverso le asana (posizioni) tradizionali, permette di lavorare su tutti i distretti del corpo conferendo forza ed elasticità, di favorire una sana digestione, di equilibrare gli ormoni e calmare i nervi.
La consapevolezza focalizzata nella pratica dello yoga ci consente di percepire profondi schemi di emozione e di pensiero. Da questa conoscenza di sé deriva una profonda trasformazione: una completezza e una saggezza pienamente risvegliate. C’è una palese affinità tra questo processo e quelli delle meditazioni mindfulness.