MINDFULNESS E TRADIZIONE

LE RADICI BUDDISTE

La mindfulness affonda le sue radici nel buddismo. Gli insegnamenti del Budda sono raccolti in antiche scritture, il Dhammapada. Uno dei suoi versi inizia così: «La consapevolezza è la via per l’illuminazione».

Lasciare andare gli attaccamenti

Il Budda non era interessato alla dottrina, e il buddismo di fatto non è propriamente una religione. Ha invece tentato di insegnare all’umanità un modo pratico per affrontare la sofferenza, il che comporta lasciare andare ogni forma di “attaccamento”, le cose illusorie a cui tutti noi ci aggrappiamo, come il piacere, il desiderio, le zone di comfort e il passato: “illusorie” perché prima o poi svaniranno. Rimanere aggrappati a ciò che per sua natura svanirà è la causa di tutte le nostre sofferenze: se le lasciamo andare, “liberando il cuore”, possiamo liberare la mente da ciò che ci rende infelici. Mentre diventiamo più consapevoli e ci avviciniamo alla realtà delle cose, possiamo raggiungere la pace interiore. Budda insegna che per farlo abbiamo bisogno di conoscere la nostra mente. Per questo nel buddismo la meditazione è tanto importante: in essa troviamo la quiete e, prendendo le distanze dalle cose materiali e dal frastuono dell'emotività, raggiungiamo la consapevolezza. Il Budda insegnò molte tecniche di meditazione, concepite per sviluppare la calma e l’intuizione e per favorire la compassione, l’amore e l’amicizia. Oggi queste tecniche sono al centro della pratica della mindfulness.


La consapevolezza buddista

Il Budda ci ha lasciato i suoi insegnamenti nel Nobile Ottuplice Sentiero, un percorso per raggiungere la consapevolezza di sé e sfuggire alla sofferenza. Il percorso è “ottuplice” perché ci chiede di sviluppare otto qualità, tra le quali il Retto Sforzo e la Retta Concentrazione (riferiti alla meditazione), e la Retta Consapevolezza per trasformare la mente e liberarci. Il Budda parlava anche di Quattro Fondamenti della Consapevolezza: del Corpo, delle Sensazioni, della Mente, e del Fenomeno Mentale.

La consapevolezza era il fulcro dei suoi insegnamenti.

PRIMI ESERCIZI DI MINDFULNESS: INTRODUZIONE ALLA PRATICA

Le Quattro Nobili Verità sono alla base dell’insegnamento del Budda:

1 Tutta l’esistenza è dukkha, “sofferenza”

2 Causa di dukkha è l’attaccamento

3 La fine di dukkha coincide con il cessare del desiderio

4 L’ottuplice sentiero porta alla fine della sofferenza.


Possiamo tradurre queste verità nei quattro pilastri della mindfulness: un insieme di affermazioni che possono salvarci dagli errori e dall’infelicità.


La vita moderna ha le sue sfide - come voler ottenere di più o provare gelosia - che possono minare il nostro benessere.



La perdita di benessere deriva dal vano desiderio che le cose siano diverse da come in realtà sono: ci aggrappiamo a ciò che non possiamo avere.



La mindfulness ci insegna a essere noi stessi il centro del nostro benessere, rendendolo così meno influenzabile dalle circostanze esterne.



Vivendo nel qui e ora facciamo le nostre vere scelte, e quando si presentano delle sfide possiamo affrontarle con consapevolezza.


LA RUOTA DELLA VERITÀ

Nel buddismo, il Nobile Ottuplice Sentiero è spesso rappresentato come la Ruota del dharma, i cui otto raggi corrispondono alle otto tappe del percorso. La parola “dharma” indica gli insegnamenti del Budda, simboleggiati dalla ruota.


MINDFULNESS IN PRATICA
MINDFULNESS IN PRATICA
Ken A. Verni
Vivi nel momento presente, trova il tuo equilibrio e raggiungi la felicità. Questi sono alcuni dei benefici che ti offre la mindfulness e in queste pagine scoprirai com’è semplice ed efficace praticarla giorno per giorno. Un percorso illustrato e graduale con meditazioni step-by-step da mettere in pratica facilmente durante la giornata. Per esplorare i meccanismi della mente e modificare gli atteggiamenti inutili, ristabilire una relazione sana e amichevole con noi stessi, sentirci meno alienati e isolati e riconnetterci con la nostra profonda saggezza intuitiva e con il nostro spirito creativo