Tenersi impegnati
Un’abitudine cara a molti di noi è quella di tenersi costantemente impegnati, immergendoci nel fare. Abbiamo inconsciamente paura che l’introspezione ci obblighi a fare i conti con scomode verità. Il lavoro, in particolare, rappresenta una formidabile distrazione. Rimaniamo fino a tardi in ufficio, raccontandoci che dobbiamo lavorare sodo per competere con i colleghi o per fare bella figura con il capo, ma la verità è che ci identifichiamo molto con il lavoro, tanto che se non ci fosse ci sentiremmo persi. Essere oberati di impegni può essere inconsciamente attraente perché può rappresentare un alibi. Per esempio: abbiamo dei problemi con un membro della nostra famiglia, sappiamo di doverlo affrontare con una lunga chiacchierata a cuore aperto, ma abbiamo paura che il confronto possa far riemergere dal passato emozioni sepolte. Ci diciamo quindi di non avere il tempo per farlo.
Conoscersi
Un altro schema molto comune è la tendenza a esprimere giudizi affrettati sulle persone che incontriamo, e di mantenerli nonostante siano fondati su evidenze assai deboli. Dare agli altri la possibilità di essere ciò che realmente sono, in quel dato momento, è un’attitudine che presuppone una mente predisposta alla consapevolezza. Per riequilibrare questa tendenza, prova a guardare gli altri con occhi nuovi. Interagisci con le persone alle quali di solito non ti rivolgi, chiedi le loro opinioni e ascolta ciò che hanno da dire. Quasi certamente avrai un visione più obiettiva rispetto a quella limitata che avevi all’inizio. Considerati i limiti della nostra comprensione, non sorprende affatto che le persone risultino migliori di quanto pensassimo.