Pensare e parlare
Capita spesso di scegliere stili comunicativi diversi a seconda delle situazioni, dalle chiacchiere veloci e libere di quando facciamo colazione a conversazioni più lente e ponderate di quando esprimiamo con precisione e cura fatti e pensieri. È nelle conversazioni più misurate che abbiamo più probabilità di incontrare delle difficoltà, poiché sono quelle in cui affrontiamo questioni più significative. Parlare con estranei, con semplici conoscenti o con persone autorevoli, può determinare molte forme di ansia, come sentirsi inferiori o svantaggiati, temere il giudizio dei più “competenti”, o semplicemente non sapere cosa dire quando usciamo dal nostro ambiente sicuro. All’estremo opposto, nelle conversazioni con gli amici più intimi, con i familiari o con il partner, possono riaffacciarsi in un baleno vecchi meccanismi di colpa o risentimento, e mandare in fumo ogni nostro progresso comunicativo.
Nelle conversazioni più difficili, prenditi il tempo di cui hai bisogno per stabilire cosa vuoi dire e per trovare il modo migliore per farlo. È importante che fra te il tuo interlocutore si crei un’apertura, attraverso cui far passare vissuti e sensazioni. Se hai molto da dire, non provare a far passare tutto attraverso un’apertura troppo stretta, altrimenti le cose rimarranno compresse e senza ordine.