INDICAZIONI PRATICHE PER I GENITORI

Alcuni consigli per i genitori Queste proposte sono particolarmente dedicate ai genitori di bambini che balbettano e con meno di 7 anni di eta’

È un progetto di prevenzione secondaria della balbuzie: infatti si può evitare che un bambino continui a balbettare!

Molte indicazioni sono utili anche per bambini più grandi e adolescenti. Consultate sempre un ambulatorio di logopedia per chiarimenti e consigli


NESSUNA CRITICA O REAZIONE NEGATIVA

Nessuno, intorno al bambino, deve:

  • Dare consigli come “stai calmo, prendi fiato, stai tranquillo, dillo bene … riprova a dirlo meglio … perché fai così … stai attento … non farlo più” NON FATELO MAI.
  • Guardare da un’altra parte, smettere di guardarlo o di parlargli mentre il bambino balbetta quando ci sta parlando. NON FATELO, E’ DIFFICILE MA CERCATE DI NON FARLO.
  • Smettere di fare una cosa e guardarlo mentre sta balbettando. Interrompere una nostra azione non perché ci sta parlando (sarebbe giustissimo) ma esattamente mentre sta balbettando. NON FATELO.
  • Anche se può essere difficile, dobbiamo evitare di dimostrare preoccupazione, tristezza o peggio ansia per il suo modo di parlare o quando sta balbettando. E’ UN SENTIMENTO COMPRENSIBILE MA PERICOLOSO.
  • Noi dobbiamo sempre ascoltare attentamente e con gioia quello che ci dice e mai come lo dice. Ascoltiamo lui/lei ed ignoriamo la sua balbuzie. Guardiamo lui/lei e non la sua bocca che balbetta. Quello molto probabilmente passerà e sarà più facile che succeda se i genitori sanno cosa fare e cosa non fare!

LA FRETTA E IL POCO TEMPO


Ridurre del 10% la fretta quotidiana

10% vuol dire un po’ !!!!!

Non fate dei buoni propositi ma DECIDETE dei comportamenti, delle cose concrete che da domani farete diversamente e con MENO FRETTA.

 



Esempio:

  • Da domani ci alziamo 10 minuti prima e facciamo colazione con calma...
  • Da domani i cartoni si guardano solo dopo che ci siamo lavati e vestiti
  • Da domani possiamo cenare anche 10 minuti dopo, se la mamma non è pronta...

Se non modifichiamo le tante cose che ci fanno sempre correre, essere affannati tutti i giorni sarà più difficile applicare i cambiamenti di parola che potranno aiutare il nostro bambino

LA CONFUSIONE

Molti bambini piccoli che balbettano patiscono la confusione, i troppo stimoli e segnali intorno… alcuni consigli:

  • Durante i pasti la TV è spenta! Sempre!
  • Troppi giochi a disposizione portano il bambino a cambiare continuamente attività e a volte ingenerano agitazione inutile!
  • I grandi supermercati pieni di gente che si muove spesso con agitazione e fretta non sono posti adatti ai bambini che hanno bisogno di tranquillità e calma!

COSA FARE ALLORA ?

  • No TV o tablet o cellulari con i giochini o computer quando stiamo insieme (a tavola, per parlare, per giocare) al bambino
  • Riordiniamo con lui/lei la sua cameretta e lasciamo poche cose in giro, pochi giochi. E prima di cambiare gioco ritiriamo quello appena usato.
  • La spesa facciamola quando c’è meno gente oppure un genitore va al supermercato e l’altro va al parco a giocare (un sabato ciascuno!!): giocare è meglio che comprare il prosciutto!

UN MODELLO DI PAROLA


Un modello di parola più adatto al bambino


Rallentare la parola: si può ottenere perché parliamo più lentamente e con più calma, ed anche perché ci fermiamo più spesso, facciamo più pause di silenzio mentre parliamo


Parliamo più facile e più corto: parliamo con frasi semplici, non troppo lunghe o complicate, i congiuntivi adesso NON SERVONO


Perché sono importanti le pause, parlare un po’ lentamente e in modo semplice?


Dare un modello, un esempio di parola più favorevole e più adatto al bambino lo aiuterà sicuramente.

  • È favorevole perché parlare lentamente aiuta: se “non so fare bene” una cosa ma cerco di farla lentamente, probabilmente riuscirò meglio!!
  • È favorevole perché: “se anche la mamma e il papà si fermano mentre parlano… posso farlo anch’io e quindi
  • quando sono fermo (bloccato) NON STO FACENDO NIENTE DI MALE!!”
  • È il concetto di “modello” che conta per il bambino: quello che fanno il papà e la mamma è giusto e se lo faccio anch’io va bene!
  • È favorevole perché se un bambino predisposto fisicamente o geneticamente alla balbuzie vive in un ambiente familiare dove si parla “difficile” dove si usano parole “complicate”, dove si parla con “frasi lunghe” e complesse, quel bambino cercherà comunque di imitare quei modelli di parola che per lui, in quel momento, NON SONO FAVOREVOLI, NON SONO ALLA SUA PORTATA

PERCHÈ RALLENTARE ?

  • I bambini con meno di 6 anni oggi sono, in media, più capaci e “più intelligenti” di quelli di 40 anni fa! La loro corteccia cerebrale e le aree del cervello che controllano la parola sono più sviluppate e ricevono molti più stimoli.
  • Oggi a dicembre della prima elementare quasi tutti i bambini sanno leggere e scrivere …. 40 anni fa si cominciava a scrivere a dicembre …
  • Ma c’è un problema…

PERCHÈ FERMARSI ?

  • Tutte quelle informazioni, tutte quelle capacità nuove, tutte quelle parole nuove vengono poi trasmesse dal cervello alla bocca attraverso un sistema che NON E’ COSI’ FLESSIBILE E COSI’ RAPIDO COME LE PARTI ALTE DEL CERVELLO …
  • È l’esempio dell’imbuto... troppe cose troppe informazioni in alto ed un… passaggio stretto in basso.

LE TROPPE DOMANDE

Ridurre il numero delle domande e sostituirle con i commenti

La domanda è un modo da adulti di rapportarsi con le persone: se non chiedo sembra che non mi importi niente! Alle solite domande “cosa hai fatto.. Cosa hai mangiato … con chi hai giocato…” i bambini rispondono spesso “non mi ricordo”.


LO FANNO PERCHE’ NON GLI IMPORTA RACCONTARE.

GLI IMPORTA STARE CON NOI!


La domanda è quella cosa che quando la mamma ha finito di dirla io DEVO RISPONDERE SUBITO.


DEVO

PARLARE

SUBITO


Adesso e subito

Sono spesso le cose che un bambino piccolo che balbetti un poco NON SA FARE!


Meglio commentare

I commenti sono un modo semplice di fare conversazione con i nostri figli:

  • Dire “è sempre bello giocare con i compagni” invita il bambino a raccontare ma NON LO OBBLIGA.
  • Dire “mangiare a scuola è divertente e poi è sempre buono” invita a parlare SENZA PRESSIONE E SENZA ESSERE COSTRETTI DALLA DOMANDA.

Quando andiamo a prendere i bambini a scuola…


parliamo noi per primi
raccontiamo noi per primi

lentamente

con tante pause

con calma

una cosa per volta


Il bambino avrà il tempo di adattarsi e di decidere se e quando parlare

DOMANDE E RISPOSTE

Aumentare lo spazio di tempo tra domanda e risposta


In famiglia, per quanto possibile, dobbiamo diventare persone che parlano con calma che fanno tante pause e si fermano e che ASPETTANO DUE SECONDI PER RISPONDERE ALLE DOMANDE


È ancora un problema di “modello” : i miei genitori si fermano, non rispondono subito ed in fretta, allora LO POSSO FARE ANCH’IO!


E se mi capita di fermarmi mentre parlo, se mi capita di bloccarmi e stare fermo, se non riesco ad andare avanti per qualche istante…


E’ TUTTO OK E’ TUTTO NORMALE CAPITA ANCHE ALLA MAMMA E AL PAPA’ !


Ancora meglio se...

Vi sembrerà di certo strano ma se una qualche sera, tranquilli sul divano, o mentre giochiamo con il nostro bambino, il papà dicesse qualcosa come: “Gianni pa – pa – passami quel gioco” e magari dopo un minuto dicesse ancora: “ma che – ma che bel – bel gioco fai…” con le ripetizioni di sillabe o parole dette un po’ lentamente e rallentate… Sarebbe una cosa ottima e molto coraggiosa.


Il messaggio è: IO E TE SIAMO UGUALI. E’ TUTTO OK!

IL TURNO DI PAROLA

Parlare uno per volta, mentre gli altri ci ascoltano, aiuta a non balbettare 

Parlare a turno, rispettare il turno di parola, oltre ad essere una norma di buona educazione aiuta i bambini che balbettano. 

Se so di essere ascoltato con attenzione, se so che avrò il mio turno per parlare, se so che non sarò interrotto

Allora sarà più facile per me...

parlare con calma

parlare senza fretta

aspettare il mio turno

resistere alla pressione temporale

COME SI FA A TURNO?

I genitori sono i regolatori del traffico, i vigili urbani della parola.


Un’idea divertente:“oggi chi parla per primo a cena? la mamma! 


Poi a chi tocca?” (ovviamente la TV è spenta… il cellulare è in salotto… il tablet non mangia con noi…)

TURNO E ATTENZIONE

  • Dedicare attenzione al bambino quando ci parla è quello che gli da la GARANZIA di essere ascoltato e quindi è quello che lo AIUTA ad aspettare.
  • Quando tocca a te parlare la mamma ti ascolterà ATTENTAMENTE e sarà lì solo per ascoltarti. SOLO PER TE.

Ovviamente la stessa cosa vale per tutti i figli: tutti vanno ascoltati attentamente


Dedicare attenzione è:


stare attenti

ascoltare con cura

guardarsi negli occhi

dedicare il tempo necessario

non metterci fretta di finire

stare vicini stare insieme tenerci la mano


IL TEMPO E LA PRESSIONE TEMPORALE

E SE IL TEMPO È POCO?
SE ADESSO NON POSSO?

Diremo al nostro bambino che potremo ascoltarlo dopo, tra 5 minuti… ma


DEVONO ESSERE 5 MINUTI VERI


Trascorsi i quali smetteremo ogni cosa, ci metteremo seduti comodi sul divano e parleremo con calma tra di noi


(ovviamente la TV è spenta… il cellulare è in un’altra stanza e NON rispondo se suona, il tablet non parla con noi…)


Ancora sulle pause …


Proponiamo in alcuni momenti della giornata un modello di parola “non regolare e asimmetrico” .


Per esempio:

la mamma dice:”vorrei andare a passeggio” ed il papà: “oohh [pausa di 2 secondi] è una bella [pausa di 2 secondi] idea. Lo, lo … lo facciamo subito” .

Fermarsi anche se non serve… ripetere lentamente … aspettare …

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA NELLA PREVENZIONE E GESTIONE DEI DISTURBI DELLA FLUENZA
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA NELLA PREVENZIONE E GESTIONE DEI DISTURBI DELLA FLUENZA
LIBRO accessibile multimediale

Contenuti demo

Contenuti demo

Alcune pagine dimostrative del volume

Area 1

Area 1

Cos’è la balbuzie - Cosa non è la balbuzie - Incidenza e Prevalenza - Fattori di rischio - Come e dove informarsi

Area 2

Area 2

Come si sviluppa la disfluenza

Area 3

Area 3

Indicazioni pratiche per i genitori

Area 4

Area 4

Il gioco educativo - Il Profilo di Interazione - Palin Parent Rating Scale

Area 5

Area 5

Un’ultima osservazione - In conclusione...