Motilità delle cellule cigliate esterne
Le cellule cigliate esterne manifestano proprietà motorie, essenzialmente di due tipi diversi, rapide e lente. Il movimento rapido è una risposta ad alta frequenza, con variazioni nell’ordine di msec, che non è dipendente da ATP né da altre forme di energia metabolica, ma che è generata dai cambiamenti di voltaggio che avvengono nella cellula cigliata a seguito di una stimolazione. Si ritiene che tali cambiamenti siano imputabili a variazioni nella concentrazione di Cl-. Il movimento si traduce in un allungamento di circa il 5%. Il principale responsabile dell'allungamento è una proteina (prestina) allocata nella parete laterale della cellula che essendo sensibile alle concentrazioni di Cl-, modifica la sua forma (Fig. 18). Anche altre proteine (miosine) contribuiscono all'allungamento della cellula. Inoltre esiste anche un'azione dell'acetilcolina che interagendo con la prestina dovrebbe partecipare alle più grandi variazioni della forma della cellula. Questa risposta motoria ad alta frequenza sembra responsabile del meccanismo di amplificazione della coclea. La depolarizzazione della cellula produce un accorciamento ed un ingrossamento delle sue pareti; al contrario la fase di iper-polarizzazione produce un allungamento ed un assottigliamento delle pareti.
Le risposte motorie più lente avvengono nell'arco temporale di secondi o minuti. Queste avvengono in corrispondenza di modificazioni di concentrazione di molti costituenti citoplasmatici (ATP, CA++, K+). Sembra che il ruolo di questi movimenti lenti sia di facilitare il ripristino dell'accoppiamento delle cellule cigliate esterne con la membrana tectoria. Ciò avrebbe luogo, ad esempio, nelle fasi di recupero di una TTS (vedi ipoacusia da rumore).
Le osservazioni sperimentali hanno permesso di evidenziare il comportamento non lineare dell'amplificazione originata dalla motilità delle cellule cigliate esterne. Considerando cioè l’ampiezza dello spostamento in termini di guadagno (ingresso/uscita), questo risulta molto più elevato per basse intensità di stimolazione che per alte intensità di stimolazione. Ciò può essere spiegato da un sistema che inietta energia attraverso meccanismi attivi, solo quando viene stimolato a bassa intensità. Nella Fig. 19 è riportata l'ampiezza del movimento della membrana basilare riferita al movimento della membrana timpanica.


Le misure sono effettuate inviando un tono puro a diverse intensità di stimolazione. Come si vede il guadagno è molto elevato per le basse intensità di stimolazione nella regione di membrana basilare attorno alla frequenza caratteristica, mentre è indipendente dal livello di stimolazione nelle regioni più lontane (basse frequenze). Ciò indica che gli effetti delle cellule cigliate esterne determinano anche una fine sintonia del movimento meccanico con la frequenza dello stimolo. L'azione di amplificazione sulla risposta meccanica della coclea introduce un rilevante effetto di non-linearità. La Figura 20 evidenzia con la linea tratteggiata il comportamento del sistema se fosse lineare, dove uguali variazioni di intensità di stimolo producono uguali variazioni di spostamento (log/log).

In realtà nella coclea normale, l’ampiezza dello spostamento della MB alle basse intensità di stimolazione è molto più grande di quello previsto dalla funzione lineare. Ad intensità oltre 80 dB il comportamento della MB diventa lineare perchè la motilità delle OCH diventa ininfluente rispetto alle predominanti forze di viscosità (saturazione). Nelle lesioni cocleari viene perduta la funzione di guadagno per le basse intensità (la soglia uditiva si innalza) e la coclea diventa “passiva”, fornendo una risposta meccanica in relazione lineare con le variazioni di intensità dello stimolo.
Sintonia fine delle cellule cigliate
Ogni punto lungo la membrana basilare è sintonizzato su una specifica frequenza (frequenza caratteristica), dalle alte alle basse frequenze, progredendo dalla base all’apice. Alla frequenza caratteristica di una particolare cellula è sufficiente un’intensità minima per generare una risposta neurale (Fig. 21). La fibra nervosa connessa alla cellula, può essere attivata anche da frequenze diverse dalla frequenza caratteristica, ma in tal caso l’intensità dello stimolo deve essere più elevata. Le caratteristiche passive della membrana basilare contribuiscono in parte alla sintonia della coclea. Il contributo principale è fornito dalle caratteristiche fisiche ed elettriche delle cellule cigliate. Queste ultime infatti possiedono una particolare frequenza di risonanza alla quale rispondono preferenzialmente. Tale frequenza è dettata dalle caratteristiche sia meccaniche che elettriche della cellula. La frequenza a cui le stereociglia sono più sensibili dipende dalle loro proprietà di rigidità e di massa. La rigidità è inversamente proporzionale alla loro lunghezza, mentre la massa è direttamente proporzionale alla lunghezza. Le stereociglia sono fatte principalmente da filamenti di actina collegati uno con l’altro, che ne determinano la consistenza e la flessibilità. Esiste un elevato ricambio di questa componente proteica, spiegabile con l’elevata frequenza di vibrazione cui sono sottoposte le stereociglia, cosicché la loro lunghezza rimane costante.

Un’altra proteina che interviene regolando il processo di ricambio è la miosina XV, particolarmente rappresentata sulla punta delle stereociglia, in misura maggiore sulle più lunghe. Le stereociglia sono più corte e più numerose alla base della coclea, rispetto all’apice, e ciò è in relazione alle proprietà di sintonia della coclea. Questa distribuzione inoltre costituisce una facilitazione per la trasduzione delle alte frequenze, perché stereociglia brevi hanno una maggior velocità angolare, mentre il loro numero elevato favorisce la generazione di più alti livelli di corrente.
La sintonia della coclea può essere influenzata dal sistema nervoso centrale, attraverso il fascio olivo-cocleare che origina dal complesso olivare superiore del tronco encefalico. Il fascio è suddiviso in due gruppi di fibre, mediale e laterale, rispetto all’origine nel complesso olivare. Il gruppo di fibre mediale è mielinizzato e contrae sinapsi con le cellule cigliate esterne. Il gruppo laterale è costituito da fibre amieliniche che contraggono sinapsi con i terminali nervosi afferenti delle cellule cigliate interne. L’attivazione delle fibre efferenti mediali riduce l’amplificazione fornita dalle cellule cigliate esterne. Ciò avviene con il rilascio del neuromediatore aceticolina, che provocando una variazione nel potenziale di recettore della cellula cigliata esterna, riduce l’entità della depolarizzazione, e quindi una diminuzione della risposta amplificata della membrana basilare. Gli effetti di questa azione si traducono in un allargamento della sintonia delle cellule cigliate e delle fibre afferenti, ed in un innalzamento della soglia di riposta.
In sintesi
La elevata sensibilità con cui la coclea può rispondere a stimoli acustici di basse intensità e la sua elevata specificità in frequenza (“tuning”) sono determinate dalle proprietà di mobilità attiva e contrattilità, peculiari delle cellule cigliate esterne. A queste, quindi è riservato un ruolo non di recettore primario, ma piuttosto di effettore, il cui compito è amplificare i segnali d’ingresso a favore delle cellule cigliate interne. Alle cellule cigliate interne spetta quindi pressochè esclusivamente il ruolo di governo dell’afferenza uditiva.
I fenomeni elettrici trans-membrana sono comuni per le cellule cigliate esterne ed interne. La deflessione cigliare, mutando i valori di conduttanza, produce variazioni della corrente di recettore e quindi di voltaggio dei potenziali di membrana (variazioni di polarizzazione). Quest’ultima variazione ha effetti diversi: nelle cigliate interne induce la liberazione di mediatore nello spazio sinaptico aumentando quindi la probabilità di scarica nel nervo.; nelle cigliate esterne induce una variazione di lunghezza (circa il 5%) del corpo cellulare, il cui effetto è di amplificare lo spostamento della membrana basilare. La motilità delle cigliate esterne, dipendente da variazioni voltaggio-dipendenti nei legami di specifiche proteine di membrana (prestina), si traduce in una serie di contrazioni ed allungamenti della cellula, che seguono le fasi dello stimolo.
Si ritiene che il processo attivo delle cellule cigliate esterne deva soddisfare un requisito di “velocità” in modo da assicurare la trasduzione di segnali che in certi mammiferi (cetacei) possono essere superiori a 100 kHz. Inoltre la forza generata dalle OHC deve essere in fase con la velocità della membrana basilare per contrastarne lo smorzamento dovuto alle forze viscose. Il meccanismo attivo della coclea ha quindi la funzione di un amplificatore che operando quando i segnali in ingresso sono di bassa intensità aumenta lo spostamento della membrana basilare, facilitando la trasduzione delle cellule cigliate interne). I fenomeni elettrici localizzati a livello della membrana cellulare non spiegano la operatività del meccanismo attivo a frequenze superiori a 6 kHz. Oltre tale frequenza infatti la membrana cellulare si comporta come un condensatore. I modelli più recenti ipotizzano altre sorgenti energetiche forse extracellulari, che potrebbero contribuire all’attività meccanica delle cellule cigliate esterne, facilitandone la risposta fino a frequenze di 100-140 kHz.
Omeostasi cocleare
L’orecchio interno possiede numerosi meccanismi (Tab. I) che assicurano l’integrità strutturale e l’equilibrio funzionale dell’organo nel tempo (omeostasi).
L’omeostasi richiede l’azione di sistemi biofisici e biochimici, che utilizzano l’energia metabolica delle cellule. Questi sistemi rispondono a segnali extra- ed intracellulari che riferiscono sulle condizioni del bilancio metabolico della cellula: variazioni del bisogno energetico, del pH, del bilancio elettrolitico, ed inoltre sull’azione locale di ormoni e di neuro-mediatori. I meccanismi di omeostasi agiscono con durate temporali diverse, da qualche msec, per ribilanciare gli elettroliti, a qualche ora quando è richiesta la risintesi di proteine controllate dall’informazione genetica. L’omeostasi si esprime a due livelli. Il primo consiste nel mantenimento dell’equilibrio individuale intracellulare. Il secondo nel mantenimento dell’equilibrio extracellulare all’interno dell’organizzazione multi-cellulare.
Nel suo complesso l’attività metabolica della coclea risponde quindi alla necessità di mantenere elevati tassi di ossigenazione e di glucosio, e nel contempo di permettere l’eliminazione di CO2 e di altri prodotti di scarto. I processi di omeostasi sono flessibili e possono adattarsi alle diverse condizioni in cui si può trovare la coclea. Per esempio un sovraccarico funzionale innesca delle difese biochimiche che sono essenziali per proteggere la struttura cellulare, sia in via diretta, che in via indiretta, proteggendo l’organo dai suoi stessi prodotti metabolici. Fra i numerosi aspetti dell’omeostasi saranno qui accennati i più importanti, cioè quelli relativi al metabolismo di base ed all’ossigenazione.
Diverse sostanze in forma di soluti possono passare dal sangue alla perilinfa; tuttavia esiste una barriera sangue-perilinfa che agisce come filtro selettivo fra i due comparti. Il glucosio è il più importante substrato energetico della coclea. Esso passa facilmente dal sangue alla perilinfa, dove viene mantenuto in riserva. Dalla perilinfa può passare all’endolinfa per mezzo di un’azione di trasporto (GLUT1) effettuata dalla stria vascolare. Un altro sistema di trasporto (GLUT5) permette la captazione di glucosio da parte delle cellule cigliate. L’ATP (adenosintrifosfato) costituisce la fondamentale forma chimica di energia biologica. I livelli di ATP nelle cellule rimangono pressoché costanti, anche durante condizioni di elevata funzionalità dell’orecchio interno, in corrispondenza dei quali vi è un’aumentata domanda energetica dall’organo del Corti e dalla stria vascolare.
METABOLISMO DI BASE
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O2, glucosio, ATP
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FLUSSO EMATICO
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Sistema di regolazione adrenergico
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REGOLAZIONE
INTRACELLULARE
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Processi di membrana: enzimi, processi di trasporto,
canali ionici, ciclo del Ca2+)
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EQUILIBRIO IONICO
DEI FLUIDI
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Sodio/potassio, regolazione pH, regolazione dei volumi
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COMUNICAZIONE
INTERCELLULARE
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Adesività: glicoproteine, caderine... Trasferimenti: proteine di giunzione lassa, gap, Ossido Nitrico lassa, gap, Ossido Nitrico
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Tab. I. Meccanismi dell’orecchio interno che assicurano l’omeostasi cocleare.
Ciò avviene compensando l’elevato consumo di ATP con un’accelerazione dei processi di sintesi della molecola. La richiesta di glucosio da parte delle cellule è soddisfatta facilitandone il trasferimento dal torrente ematico. Poiché una conseguenza del metabolismo del glucosio è la produzione di protoni, tale attività si associa con un’acidificazione. L’acidificazione a sua volta causa vasodilatazione, una condizione che aumenta la disponibilità di glucosio. L’apporto ematico alla coclea è quasi tutto fornito dai tessuti della parete laterale del dotto cocleare. Stimoli sonori di moderata intensità accelerano la microcircolazione ed aumentano la concentrazione perilinfatica di O2. Al contrario una condizione pre-patologica come la sovrastimolazione acustica causa una vasocostrizione ed una ridotta captazione di glucosio. Questi meccanismi, mutualmente dipendenti costituiscono un esempio di mantenimento attivo dell’omeostasi cocleare. Oltre che da sistemi di controllo locale, il flusso ematico cocleare è regolato come ogni altro organo corporeo da fattori sistemici (pressione arteriosa, ritmo cardiaco, ossigenazione ematica, ormoni). Ad esempio il sistema nervoso autonomo, in particolare fibre simpatiche b-adrenergiche controllano il tono dei vasi cocleari a livello del modiolo, della lamina spirale ossea e forse della stria vascolare. Un altro importante fattore di regolazione del tono vascolare cocleare è l'ossido nitrico (NO). Esso causa vasodilatazione locale nei capillari del legamento spirale, della stria, e dell'arteria modiolare.