Alopecia areata (AA)
È la più comune causa di perdita di capelli sia negli adulti che nei bambini. L’incidenza dell’alopecia nella popolazione con SD varia tra il 6% e il 10% rispetto all’1,7% della popolazione generale (5). Spesso può essere correlata ad altre patologie quali l’ipotiroidismo o altre patologie autoimmuni come il morbo celiaco.
La severità del quadro clinico va da una chiazza alopecica circoscritta (Fig. 3) a un quadro di perdita completa dei capelli (alopecia totale) o di tutti i peli (alopecia universale). Di solito la zona interessata è circondata da capelli con caratteristiche morfologiche a “punto esclamativo'' e la superficie si mostra liscia e senza segni di flogosi.
Quando la caduta interessa la regione occipitale si parla di ofiasi, forma più difficile da trattare poiché poco responsiva alla terapia.
L’ipotesi eziopatogenetica prevede un danno primitivo della guaina epiteliale interna dei capelli, che darebbe origine a particolari antigeni del sistema immunitario così da innescare una risposta di tipo cellulo-mediata. L’infiltrato sembra essere costituito da macrofagi e linfociti T i quali tenderebbero a portare alla cronicizzazione del processo immunologico e di conseguenza ad ostacolare la ricrescita di nuovi capelli.
Il decorso dell’alopecia areata è assolutamente imprevedibile. La terapia dura per tempi lunghi, anche maggiori di 1 anno e alcuni soggetti non rispondono comunque alla terapia (6).
Spesso la risoluzione delle forme in chiazza avviene in modo spontaneo.
Il trattamento dell’alopecia areata nei pazienti con SD si è dimostrato poco soddisfacente. La terapia prevede l’ utilizzo di cortisonici topici, Minoxidil, vasodilatatori, vitamine, integratori per os. Miglioramenti occasionali sono stati riportati in letteratura utilizzando iniezioni intralesionali di triamcinolone acetonide. Per l’AA cronica severa si è provata la ciclosporina orale per 6 mesi 5-6 mg/kg/die sola o associata al prednisone. È importante non esagerare nell’accanimento terapeutico tenendo presente il fatto che alcuni soggetti non mostrano, nonostante le cure, alcun miglioramento.