3) locus of control scale - questionario sulla capacità di autocontrollo

(Nowicki & Strickland, 1973)
Obiettivo principale

Valutare le capacità di autocontrollo nelle cose che accadono nella vita quotidiana del soggetto.

Descrizione

Il test è composto da 40 item. La modalità di risposta è dicotomica (SI/NO).
La scala valuta il grado di credenza del soggetto rispetto agli eventi: come risultato di propri comportamenti (locus of control interno) oppure come conseguenza di fattori esterni al proprio controllo (locus of control esterno).

Tempi richiesti

15 minuti

Materiali

- Scheda del questionario
- Penna

Metodo

Si consiglia di somministrare il test individualmente, all’interno di una stanza silenziosa, senza fonti di distrazione così da permettere al soggetto di riporre la massima attenzione sul compito. Il professionista descriverà la modalità di compilazione, rimanendo disponibile per eventuali chiarimenti durante il test.

Scoring

Per calcolare il punteggio è necessario confrontare le risposte date dal soggetto con quelle presenti nel foglio di scoring. Verrà attribuito un punto per ogni risposta coincidente. Punteggi alti riflettono una prevalenza di locus of control esterno. 

Il punteggio grezzo ottenuto verrà inserito all’interno della Scheda di Valutazione Psicometrica della Devianza, dove verrà calcolato il punteggio ponderato, attribuendo 1 punto se il punteggio grezzo è >16.

Note

Il professionista spiegherà al soggetto che le risposte debbano riferirsi alla sua esperienza di vita generale, e non specifica nel contesto carcerario. 
Dovrà inoltre specificare che all’interno del test non esistono risposte giuste o sbagliate.

Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Guida pratica e test allegati
A cura di: Maura Garombo, Massimo Bartoli, Maria Grazia Cuneo, Martina Orengo, Paola Gatta, Lucilla Urso, Antonella Contarino, Marcello Paltrinieri , Alessandra Agostini Ferretti , Marco Corica, Carlo Rosso Il Manuale è stato formulato sulla base del Northumbria Programme elaborato da: Gail McGregor, Roger Kennington, Maggie Dodds, Don Grubin del National Probation Service di Newcastle UK. Il termine risk assessment riassume in letteratura un concetto estremamente complesso ossia la valutazione del rischio di recidiva. Quando i media divulgano, spesso con grande enfasi, le violenze e gli abusi in ambito sessuale, per sentire comune gli unici strumenti di difesa funzionali ad arginare il crimine, i danni e le conseguenti sofferenze sembrano essere la carcerazione o addirittura la castrazione chimica. Gli aggressori sessuali sono percepiti come individui che, in virtù delle loro azioni antisociali hanno perso il diritto di essere considerati parte della comunità . A ragione di ciò, l’idea di fornire una possibilità di riabilitazione agli aggressori sessuali e cioè qualcosa che ha in sè valore, in genere non risulta accettabile per la sensibilità comune e politica. L’unica spesa tollerabile, oltre la carcerazione, è la cancellazione della sessualità dell’aggressore. In realtà questo aggressivo nichilismo terapeutico è sorretto dall’errata convinzione che per tali persone non esistano trattamenti efficaci e non sia possibile stilare valutazioni rispetto alla probabilità di recidiva. Tutto ciò costituisce un pregiudizio che ignora i recenti progressi della ricerca e ostacola le sue applicazioni clinico-terapeutiche. Quando si parla di fattori di rischio, si fa riferimento ad eventi o condizioni associate ad un incremento della probabilità di manifestazioni antisociali o delinquenziali che influenzano l’onset o insorgenza antisociale, la frequenza, la prevalenza, la persistenza e la durata di una carriera criminale. Tali fattori, possono strutturare processi psicologici e comportamentali i cui effetti possono manifestar-si in un arco di tempo differente a seconda delle persone, del periodo dello sviluppo e del contesto.