6) social response inventory (sri) - questionario sull’assertività positiva/negativa
(Keltner, Marshall, & Marshall, 1981)
Obiettivo principale
Valutare i livelli di assertività positiva e negativa in specifiche situazioni.
Il termine assertività indica la capacità di esprimere in modo efficace le proprie convinzioni e opinioni sapendo però rispettare le esigenze altrui.
Descrizione
Il questionario è composto da 22 item, per ognuno dei quali sono previste 5 alternative di risposta (A; B; C; D; E). In ogni item viene descritta una situazione riscontrabile nel proprio contesto sociale. Il soggetto dovrà scegliere quale tra le 5 diverse soluzioni proposte sia la più affine a quello che sarebbe il comportamento che metterebbe in atto.
Nel caso non ci fossero risposte che rispecchiano il suo modello comportamentale, il soggetto risponderà indicando l’opzione che più gli si avvicina.
Tempi richiesti
30 minuti
Materiali
- Scheda del questionario
- Penna
Metodo
Si consiglia di somministrare il test individualmente, all’interno di una stanza silenziosa, senza fonti di distrazione così da permettere al soggetto testato di riporre la massima attenzione sul compito.
Il facilitatore descriverà la modalità di compilazione, rimanendo disponibile per eventuali chiarimenti durante il test.
Scoring
Per calcolare i punteggi grezzi relativi a Assertività Positiva - Assertività Negativa si utilizza la tabella di scoring, riportata nel manuale. Per ogni risposta verrà assegnato un punteggio che va da -2 a + 2. Il punteggio per l’Assertività negativa verrà ottenuto dalla somma dei valori negativi, mentre il punteggio per l’Assertività positiva verrà ottenuto dalla somma dei valori positivi.
I punteggi grezzi ottenuti verranno inseriti all’interno della Scheda di Valutazione Psicometria della Devianza, dove verranno calcolati i punteggi ponderati. Per l’Assertività Negativa verranno attribuiti 3 punti se il punteggio è >12, mentre per l’Assertività Positiva verranno attribuiti 2 punti se il punteggio è >4.
Note
Il professionista spiegherà al soggetto testato che le risposte devono riferirsi alla sua esperienza di vita generale, e non specifica del contesto carcerario. Dovrà inoltre puntualizzare che all’interno del test non esistono risposte giuste o sbagliate.
Il facilitatore, inoltre, specificherà come l’interesse sia rivolto a ciò che il soggetto farebbe davvero, nella determinata situazione, e non cosa pensa sia più appropriato fare per dare una migliore immagine di sé.
Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Guida pratica e test allegati
A cura di: Maura Garombo, Massimo Bartoli, Maria Grazia Cuneo, Martina Orengo, Paola Gatta, Lucilla Urso, Antonella Contarino, Marcello Paltrinieri , Alessandra Agostini Ferretti , Marco Corica, Carlo Rosso
Il Manuale è stato formulato sulla base del Northumbria Programme elaborato da: Gail McGregor, Roger Kennington, Maggie Dodds, Don Grubin del National Probation Service di Newcastle UK.
Il termine risk assessment riassume in letteratura un concetto estremamente complesso ossia la valutazione del rischio di recidiva. Quando i media divulgano, spesso con grande enfasi, le violenze e gli abusi in ambito sessuale, per sentire comune gli unici strumenti di difesa funzionali ad arginare il crimine, i danni e le conseguenti sofferenze sembrano essere la carcerazione o addirittura la castrazione chimica.
Gli aggressori sessuali sono percepiti come individui che, in virtù delle loro azioni antisociali hanno perso il diritto di essere considerati parte della comunità . A ragione di ciò, l’idea di fornire una possibilità di riabilitazione agli aggressori sessuali e cioè qualcosa che ha in sè valore, in genere non risulta accettabile per la sensibilità comune e politica. L’unica spesa tollerabile, oltre la carcerazione, è la cancellazione della sessualità dell’aggressore.
In realtà questo aggressivo nichilismo terapeutico è sorretto dall’errata convinzione che per tali persone non esistano trattamenti efficaci e non sia possibile stilare valutazioni rispetto alla probabilità di recidiva. Tutto ciò costituisce un pregiudizio che ignora i recenti progressi della ricerca e ostacola le sue applicazioni clinico-terapeutiche. Quando si parla di fattori di rischio, si fa riferimento ad eventi o condizioni associate ad un incremento della probabilità di manifestazioni antisociali o delinquenziali che influenzano l’onset o insorgenza antisociale, la frequenza, la prevalenza, la persistenza e la durata di una carriera criminale. Tali fattori, possono strutturare processi psicologici e comportamentali i cui effetti possono manifestar-si in un arco di tempo differente a seconda delle persone, del periodo dello sviluppo e del contesto.