(Hare, 1991; 2003) Edizione Italiana Caretti (2011)
Obiettivo principale
Misurare il livello di psicopatia del soggetto. Si sottolinea che la somministrazione del test prevede una specifica formazione del clinico a riguardo e che la sua presenza nel nostro manuale ricorda solo la necessità di effettuare tale valutazione qualora se ne ravvisi la necessità.
Descrizione
La PCL-R è una scala composta da 20 item, costruita per valutare la psicopatia in contesti di ricerca, clinici e forensi. La PCL-R utilizza un’intervista semistrutturata, la documentazione personale e le altre informazioni collaterali relative a un individuo per misurare tratti di personalità e comportamenti strettamente connessi al costrutto di psicopatia.
Le Aree indagate sono: condizione attuale; storia scolastica; esperienza lavorativa; obiettivi lavorativi; finanze; salute; storia familiare; amicizia e relazioni intime; abuso di sostanze e comportamenti impulsivi; controllo della rabbia ed emozioni; comportamenti antisociali; questioni generali. Dalle analisi psicometriche sono stati individuati due fattori ampiamente correlati, i quali presentano a loro volta una suddivisione in due componenti (C) :
- Il Fattore 1, composto da 8 item, valuta gli aspetti interpersonali (C1) e affettivi (C2).
- Il Fattore 2, composto da 10 item, prende in considerazione il livello di devianza sociale attraverso l’analisi dello stile di vita (C3) e il comportamento antisociale (C4).
Gli item 11 (Comportamento sessuale promiscuo) e 17 (Numerosi rapporti di coppia di breve durata) non sono inclusi in nessuna componente, ma sono inclusi nello scoring.
Per una descrizione più approfondita si rimanda al manuale della Giunti.
Tempi richiesti
90 minuti.
Materiali
- schede del test
- penna
Metodo
Il processo di valutazione si articola in tre fasi:
somministrazione di un'intervista semistrutturata, per indagare la storia del soggetto da adolescente e da adulto, ricavare esempi rappresentativi del suo stile di interazione e ottenere informazioni da confrontare con la documentazione in possesso del clinico
procedura di file review, cioè revisione della documentazione personale per l'acquisizione delle informazioni collaterali all'intervista, per riscontrarne la credibilità nei contenuti e nello stile di interazione del soggetto, e ricavare i dati principali per attribuire un punteggio ad alcuni item
l'attribuzione del punteggio ai 20 item in base ai dati raccolti dall'intervista e dalla file review
Si consiglia di somministrare il test individualmente, all’interno di una stanza silenziosa, senza fonti di distrazione così da permettere al soggetto testato di riporre la massima attenzione ai quesiti che gli vengono posti.
Il facilitatore si renderà disponibile ad eventuali chiarimenti e dubbi che potrebbero insorgere a seguito della formulazione della domanda.
È consigliabile non seguire la lista di domande, ma identificare una strategia che permetta al soggetto di esprimersi (quasi) liberamente e di far emergere informazioni rilevanti. Parte dello scoring della scala si basa sul confronto tra informazioni collaterali e intervista (Scheda di valutazione per il comportamento dei detenuti, sentenze, relazioni degli educatori, colloquio conoscitivo, comportamenti osservati all’interno dei gruppi di trattamento).
Fondamentale per un corretto utilizzo del test sono la disponibilità di informazioni sufficientemente solide per attribuire il punteggio agli item e l'esame accurato di eventuali differenze culturali o di altro tipo attraverso cui le caratteristiche misurate con la PCL-R potrebbero esprimersi.
Scoring
Sulla base delle informazioni ottenute il professionista compilerà il foglio di risposta attribuendo un punteggio di:
2 se l’item si applica al soggetto pienamente
1 se l’item si applica in parte al soggetto
0 se l’item non si applica al soggetto.
I punteggi ottenuti verranno riportati nella Griglia di Valutazione. In caso di omissioni di item si ricalcola il punteggio utilizzando le Tabelle di Correzione.
I punteggi grezzi (o corretti) verranno riportati sulla Tavola del Profilo, così da ottenere una rappresentazione grafica dell’organizzazione psicopatica di personalità del soggetto testato.
Note
Il test, nella sua edizione italiana è edito da Giunti.
Si rimanda al link per le sue caratteristiche:
https://www.giuntipsy.it/catalogo/test/pcl-r.
Il facilitatore spiegherà al soggetto testato che le risposte dovranno riferirsi alla sua esperienza di vita generale, e non specifica nel contesto carcerario. Dovrà inoltre specificare che non esistono risposte giuste o sbagliate. Il facilitatore dovrà documentarsi mantenendo obiettività. Data la lunghezza del questionario, il facilitatore valuterà, in base alle caratteristiche del soggetto testato, se somministrarlo in uno o due incontri.
Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Guida pratica e test allegati
A cura di: Maura Garombo, Massimo Bartoli, Maria Grazia Cuneo, Martina Orengo, Paola Gatta, Lucilla Urso, Antonella Contarino, Marcello Paltrinieri , Alessandra Agostini Ferretti , Marco Corica, Carlo Rosso
Il Manuale è stato formulato sulla base del Northumbria Programme elaborato da: Gail McGregor, Roger Kennington, Maggie Dodds, Don Grubin del National Probation Service di Newcastle UK.
Il termine risk assessment riassume in letteratura un concetto estremamente complesso ossia la valutazione del rischio di recidiva. Quando i media divulgano, spesso con grande enfasi, le violenze e gli abusi in ambito sessuale, per sentire comune gli unici strumenti di difesa funzionali ad arginare il crimine, i danni e le conseguenti sofferenze sembrano essere la carcerazione o addirittura la castrazione chimica.
Gli aggressori sessuali sono percepiti come individui che, in virtù delle loro azioni antisociali hanno perso il diritto di essere considerati parte della comunità . A ragione di ciò, l’idea di fornire una possibilità di riabilitazione agli aggressori sessuali e cioè qualcosa che ha in sè valore, in genere non risulta accettabile per la sensibilità comune e politica. L’unica spesa tollerabile, oltre la carcerazione, è la cancellazione della sessualità dell’aggressore.
In realtà questo aggressivo nichilismo terapeutico è sorretto dall’errata convinzione che per tali persone non esistano trattamenti efficaci e non sia possibile stilare valutazioni rispetto alla probabilità di recidiva. Tutto ciò costituisce un pregiudizio che ignora i recenti progressi della ricerca e ostacola le sue applicazioni clinico-terapeutiche. Quando si parla di fattori di rischio, si fa riferimento ad eventi o condizioni associate ad un incremento della probabilità di manifestazioni antisociali o delinquenziali che influenzano l’onset o insorgenza antisociale, la frequenza, la prevalenza, la persistenza e la durata di una carriera criminale. Tali fattori, possono strutturare processi psicologici e comportamentali i cui effetti possono manifestar-si in un arco di tempo differente a seconda delle persone, del periodo dello sviluppo e del contesto.