addenbrooke’s cognitive examination III (ace III)

(Pigliautile et al., 2019)
Obiettivo principale

Valutare il funzionamento cognitivo globale del soggetto.

Descrizione

Si tratta di una breve batteria di screening cognitivo che include cinque sottoscale atte a valutare diversi domini: attenzione e orientamento spazio-temporale, fluenza verbale, memoria, linguaggio e abilità visuospaziali.

La versione italiana fornisce dati normativi (per il punteggio totale e i punteggi delle sottoscale) per sesso, età e istruzione.

Tempi richiesti

15 minuti

Materiali

- protocollo ACE III
- penna e/o matita
- cronometro

Metodo

La somministrazione del test deve essere svolta individualmente, all’interno di una stanza silenziosa e con adeguata illuminazione, senza fonti di distrazione così da permettere al soggetto testato di riporre la massima attenzione sul compito. Il facilitatore spiegherà lo svolgimento di ogni prova, seguendo le consegne di somministrazione riportate nel protocollo, rimanendo disponibile per ogni tipo di chiarimento.

Scoring

La modalità di correzione dei punteggi grezzi si basa sui valori di cut-off che fanno rifermento al campione normativo, sia per quanto riguarda il punteggio cognitivo globale sia per le singole scale.Il punteggio massimo è di 100: punteggi più alti indicano prestazioni cognitive migliori.

Note

Il test verrà somministrato nel caso in cui il colloquio conoscitivo evidenzi criticità a livello cognitivo. Il punteggio del test può risentire dello stato emotivo del soggetto (es. stato d’ansia).

Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Manuale per l'assessment degli autori di reato sessuale
Guida pratica e test allegati
A cura di: Maura Garombo, Massimo Bartoli, Maria Grazia Cuneo, Martina Orengo, Paola Gatta, Lucilla Urso, Antonella Contarino, Marcello Paltrinieri , Alessandra Agostini Ferretti , Marco Corica, Carlo Rosso Il Manuale è stato formulato sulla base del Northumbria Programme elaborato da: Gail McGregor, Roger Kennington, Maggie Dodds, Don Grubin del National Probation Service di Newcastle UK. Il termine risk assessment riassume in letteratura un concetto estremamente complesso ossia la valutazione del rischio di recidiva. Quando i media divulgano, spesso con grande enfasi, le violenze e gli abusi in ambito sessuale, per sentire comune gli unici strumenti di difesa funzionali ad arginare il crimine, i danni e le conseguenti sofferenze sembrano essere la carcerazione o addirittura la castrazione chimica. Gli aggressori sessuali sono percepiti come individui che, in virtù delle loro azioni antisociali hanno perso il diritto di essere considerati parte della comunità . A ragione di ciò, l’idea di fornire una possibilità di riabilitazione agli aggressori sessuali e cioè qualcosa che ha in sè valore, in genere non risulta accettabile per la sensibilità comune e politica. L’unica spesa tollerabile, oltre la carcerazione, è la cancellazione della sessualità dell’aggressore. In realtà questo aggressivo nichilismo terapeutico è sorretto dall’errata convinzione che per tali persone non esistano trattamenti efficaci e non sia possibile stilare valutazioni rispetto alla probabilità di recidiva. Tutto ciò costituisce un pregiudizio che ignora i recenti progressi della ricerca e ostacola le sue applicazioni clinico-terapeutiche. Quando si parla di fattori di rischio, si fa riferimento ad eventi o condizioni associate ad un incremento della probabilità di manifestazioni antisociali o delinquenziali che influenzano l’onset o insorgenza antisociale, la frequenza, la prevalenza, la persistenza e la durata di una carriera criminale. Tali fattori, possono strutturare processi psicologici e comportamentali i cui effetti possono manifestar-si in un arco di tempo differente a seconda delle persone, del periodo dello sviluppo e del contesto.