Capitolo 13
Ostacoli

G

li ostacoli sono tutto ciò che si mette tra noi e il nostro obiettivo. Ho preferito dividere tra ostacoli e trappole (nel capitolo T ne vedremo molte) per un semplice motivo: gli ostacoli normalmente si vedono, le trappole invece no, sono molto più difficili da vedere. Soprattutto, ho messo qui tra gli ostacoli anche qualche trappola che però, una volta individuata, diventa un ostacolo. C’è grande differenza tra combattere contro un nemico visibile o invisibile. Diciamo che le trappole che ho messo negli ostacoli, sono semplici da smascherare e da trattare come ostacoli. Le trappole “serie” continuano a nascondersi. Tranquillo, c’è la soluzione anche per quelle. Un passo alla volta.

Ostacoli Interni / voce interiore

Hai mai sentito una voce che ti parla nella mente? Come se la tua coscienza avesse una voce e ti parlasse, ti dicesse di fare cose, non farne altre ecc. Tranquillo non sei pazza o pazzo. È tutto normale, ce l’abbiamo tutti. Il punto è che non è mai una voce sola. Di solito sono due tipi di voce, come se parlassero due parti di noi (in effetti sono proprio due parti di noi, della nostra personalità). La parte potenziante e la parte depotenziante. Chi fa il tifo per noi e chi ci rema contro. Ma perché, se è tanto deleteria, esiste la vocina depotenziante? Perché se è così controproducente non ce ne siamo ancora liberati nell’evoluzione della specie? Ottime domande e a tutto c’è una risposta: perché ci serve. A fare cosa? A proteggerci dalle insidie del mondo esterno. Il problema è che le insidie di oggi sono completamente diverse dalle insidie di millenni fa, quando vivevamo nelle caverne per paura di essere divorati da animali feroci. Nella nostra evoluzione invece questo “sistema di allarme e protezione” è rimasto lo stesso. Ci aiuta ancora se si ripresenta un animale feroce, e va bene, ma il problema è che ci “protegge troppo”, cioè anche quando gli animali feroci sono capi, professori, genitori e sono tutt’altro che pericolosi per la nostra salute (almeno per quella fisica :-)), come lo è un predatore feroce e affamato. Davanti a un coccodrillo, ha senso la tecnica, combatti, stai fermo o fuggi (fight, flight, or freeze). Con i suoi picchi di adrenalina che ci fanno dilatare le vene per far correre più velocemente il sangue, il cuore aumenta il ritmo per pomparne di più, le narici si spalancano per fare entrare più ossigeno, gli occhi si aprono per vedere meglio il pericolo. Tutto questo ci aiuta davanti a un coccodrillo. Davanti a un capo o un professore minaccioso è eccessivo. Veramente eccessivo. Peggio se il capo o il professore non sono nemmeno davanti a noi e stiamo solo immaginando cosa succederà, e il nostro corpo si comporta come se fossimo in quella situazione. Veramente troppo per il nostro corpo se rimaniamo così stressati a lungo. La voce interna che continua a dirci di fare attenzione, di stare attenti, di non fare quello, non fare questo, di aver paura di tutto quello che è nuovo e sconosciuto. Troppo. Veramente troppo. Non a caso aumentano le malattie cardiovascolari e nervose dovute a stress prolungato. Rimanere in quello stato di “allerta” è come rimanere col motore a pieni giri. Si consuma! Quindi, non per spaventarvi, anzi, per dirvi che conoscere questi meccanismi e gestirli vi aiuterà a vivere meglio e più in salute. Andiamo a scoprire le nostre vocine.

Senti chi parla IN

Alcuni definiscono queste due voci opposte come il lupo bianco e il lupo nero, Phil Stutz (psicoterapeuta geniale) parla della “part X” a proposito del lupo nero perché nega tutto, mette una X su tutte le nostre idee, qualcun altro le definisce anima perdente anima vincente. Io preferisco definirli e immaginarli nella mia mente come un papero antipatico e sgracchiante e una tigre buona. Perché? Semplicemente non voglio dargli neanche un’idea di avere la stessa forza e di avere solo colori diversi. So che rappresentano anche lo Yin e lo Yang, il bene e il male. Io preferisco vederli proprio diversi. Il mio papero è sempre lì, lo vedo sulla mia spalla che parla con quella voce gracida e sentenzia sempre “hai visto, sei in ritardo, sei sempre in ritardo!” “non ci riuscirai mai! ma chi ti credi di essere!!”. Riconosco la sua voce, anche se a volte è complicato perché fa di tutto per passare per la voce buona, e gli dico semplicemente di smettere. A volte ci parlo, perché è comunque una parte di me, e voglio convincerlo a cambiare idea. A volte semplicemente chiamo la tigre e faccio rispondere lei. So che può sembrarvi strano, quasi da pazzi, ma è una tecnica che funziona. Innanzitutto perché noi non siamo i nostri pensieri, quindi tigre o paperino possiamo sempre decidere di ascoltare e seguire quello che “ci passa per la mente” o non seguirlo, non dargli peso. Dopotutto abbiamo qualcosa come 75.000 pensieri al giorno e, per la maggior parte delle persone, l’80% sono pensieri negativi, da paperino. Per smascherare il paperino è semplice (non sempre facile, ma semplice): basta chiedersi se questo pensiero ti aiuta o no. Se ti frena o no. Se ti impedisce di raggiungere i tuoi obiettivi. Se è fondato o se è infondato. Se è ottimista o pessimista. O se è un pessimista travestito da realista. Una volta smascherato il paperino, basta rispondergli a tono, ragionarci, o decidere di far ruggire la tigre. Chi vince tra i due lupi? Sempre quello che decidiamo di nutrire.

Lupi Bianchi, Lupi Neri, Tigri e Paperini

Ma come si nutre un lupo bianco o una tigre buona e come si nutre invece un lupo nero o un paperino? Si nutrono sempre con le informazioni, i pensieri, le emozioni e le azioni. Mi riempio la mente di negatività, di rancori, di risentimenti, di invidia, di rabbia: chi pensate che si nutra? Ovviamente il lupo nero e il paperino malefico. Frequento persone positive, leggo libri che mi fanno pensare, imparo cose nuove, ascolto podcast motivazionali, mi informo andando a fondo sugli argomenti che mi piacciono, non giudico, cerco di mettermi nei panni delle altre persone prima di giudicare. Così nutro il lupo bianco e la tigre buona.

Scarsità vs Abbondanza

Qui andiamo a toccare uno dei pilastri, una delle credenze più comuni e radicate, per lo meno nella cultura italiana. “Le risorse sono scarse” che detta più nello spicciolo significa che se io guadagno qualcosa, se io trovo un lavoro, allora qualcuno deve aver “perso qualcosa”: soldi (quelli che ho guadagnato io) o lavoro (quello che ho trovato io). Perché è tanto radicata questa credenza e perché è un ostacolo? È tanto radicata perché è molto logica. Si basa tutto sull’assunzione che le risorse siano finite. Ci sono X ton di metalli, x litri di acqua, x chilometri quadrati coltivabili. Il numero della popolazione mondiale aumenta, viene da pensare che inizieranno a mancarci cibo e acqua. Partendo da questa assunzione, la ricchezza (sempre materiale) è finita. Affinché esista un ricco devono esserci dei poveri. La logica mi piace. Quello che non mi piace è usarla con dati sbagliati, perché non può che dare risultati altrettanto sbagliati. Ma dal momento che il tema è molto complesso e porterebbe via più di questo libro per parlarne approfonditamente, facciamo un discorso più semplice. Se credo che ci sia scarsità, inizio a vederla ovunque e credere che non ci sia abbastanza lavoro per tutti, abbastanza case per tutti, abbastanza denaro e cibo per tutti. Come mi fa sentire? Mi fa venire voglia di impegnarmi per migliorare la mia vita e quella dei miei cari? Se sono convinto che tutto sia scarso, e che guadagnare di più significhi “privare qualcun altro” della stessa cifra, non potrò mai sforzarmi sul serio per guadagnare di più soprattutto se sono una persona altruista. Questo non sarebbe un freno a mano tirato, questo sarebbe murare l’auto nel garage! Come faccio a convincermi del contrario? Ascolto anche le altre campane, quelle che non sono così pubbliche che però ci dicono, dati alla mano, che la povertà mondiale sta diminuendo, le malattie incurabili stanno diminuendo, le zone desertiche stanno diminuendo. A questo riguardo ti consiglio il libro “Factfulness, Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo”. Di Hans Rosling, Ola Rosling, e al. Non c’è mai stata un’epoca così ricca di opportunità come quella in cui stiamo vivendo. Covid e Ucraina inclusi. “Dobbiamo imparare a vedere che il bicchiere è per metà pieno di acqua, e per metà pieno d’aria” Coach Claudio. La scarsità peggiore in cui puoi credere è quella di opportunità di lavoro. Ti racconto più avanti [Metodo Ponte per trovare lavoro] come si risolve anche questa. Chiudo con un’osservazione: le persone di successo sanno che “c’è posto per tutti”, “c’è abbondanza per tutti”. Lo so, sembra impopolare guardando le percentuali di disoccupazione in Italia in questi ultimi anni (ma anche prima non c’era niente da ridere). Però ci sono – e ci sono sempre stati – imprenditori con problemi di ricerca del personale. Ultimamente (TG della settimana scorsa) ci sono concorsi statali che vanno deserti... allora dovete spiegarmi di che disoccupazione stiamo parlando. Per ora continuiamo col nostro discorso sugli ostacoli.

Mischiare pere con banane, e macedonia

Un altro ostacolo è mischiare le banane, ve lo spiego con un esempio.
Steve Jobs: di successo ma bruttissimo carattere → chi ha successo ha un brutto carattere → per avere successo bisogna avere un brutto carattere. 

NON è VERO. Il paperino malefico userà spesso questo stratagemma per frenarci, prenderà una persona che oltre ad aver raggiunto ciò che vogliamo raggiungere, ha anche dei tratti opposti ai nostri valori. Per esempio, Steve Jobs: di successo ma con problemi in famiglia, una persona con un brutto carattere (c’è chi ha scritto di peggio)  →  chi ha successo non è una brava persona.
Altro esempio: Quel politico è ricco e non mi piace, non voterei mai per lui, quindi il paperino ci fa notare che ricco = persona di principi contrari ai nostri. Una bella ragazza si comporta da snob = tutte le ragazze belle sono snob. Queste sono generalizzazioni che facciamo inconsapevolmente e sono tutte fuorvianti, perché “mischiano pere con banane”. Le pere sono pere e ci possono piacere o no. Le banane sono banane, e anche queste possono piacerci o meno. Il fatto che siano in una macedonia assieme, non le farà diventare mai la stessa cosa. I ricchi sono ricchi, i ladri sono ladri, le bionde sono bionde, le snob sono snob, i politici sono politici, Steve Jobs era una macedonia con frutta che ci piace (ricco, di successo, geniale, visionario) e frutta che non ci piace (problemi interpersonali, scarsa empatia…). Non è diventato ricco e di successo per il suo brutto carattere. Forse invece lo è diventato NONOSTANTE il suo brutto carattere, perché aveva altre doti (potrei parlarne un mese) che facevano diventare il suo brutto carattere insignificante rispetto al resto. Come lo dimostro? Ci sono persone ricche e con buoni caratteri? Sì. Ci sono persone povere con brutti caratteri? Altrettanto. Quindi caratteri e ricchezza non sono collegati. Punto. Per proteggerci da quello che lui crede pericoloso per noi, il paperino le studia tutte. Noi dobbiamo essere più bravi e riconoscere cosa sta facendo. Come nel caso in cui si metta a giocare con... la frutta.

Ostacoli esterni

Gli ostacoli esterni sono fondamentalmente molto forti e altrettanto semplici da superare (una volta capito come fare). La vera difficoltà è distinguerli perché si nascondono molto bene e in pochi li conoscono e riconoscono. Ma tu hai la fortuna di leggere questo libro, quindi non avrai difficoltà, una volta letto tutto a riguardo, per scovarli e gestirli al meglio. Per capire come funzionano prendiamo come esempio come funzionano i frigoriferi (lo so sembra una stramberia, ma fidati e continua a leggere). I frigoriferi mantengono cosa c’è dentro al fresco per lungo tempo. Lo so che stai pensando che devo aver fumato erba strana. No, anche se è sabato sera. Fidati di me. Quando sei in casa e hai fame cosa mangi? Mangi quello che hai in frigo, giusto? (La dispensa non ce l’hai, hai solo il frigo) ok, allora la tua dieta, oggi, dipende esclusivamente da cosa hai nel frigo. Mi segui? Diciamo che vuoi dimagrire, anzi ti faccio il mio esempio, voglio dimagrire. Voglio perdere ancora almeno quattro kg. Bene, se apro il frigo e ci trovo frutta fresca, acqua fresca, verdurine... mi aiuta? Sì. Bene, e se invece apro il frigo e ci trovo il vuoto spinto? Altro che dieta, rischio di morire di fame, giusto? E se ci trovo solo porcherie (porcherie per me che voglio dimagrire, non porcherie in generale) del tipo torta alla crema, gelati, alcolici, bevande gassate... posso fare la dieta che vorrei fare? La mia forza di volontà può essere la più forte del mondo, ma se ho fame e ho un solo frigo, il frigo è più forte della mia forza di volontà di fare dieta. Giusto? Bene, qual è il punto però, perché ti ho anticipato che è molto semplice superare le difficoltà degli ostacoli esterni / frighi? Beh, ci sarai arrivata/o anche tu, ovvio, perché possiamo decidere noi cosa metterci dentro. Assolutamente vero. Non così semplice però, perché, una volta conosciuto il nostro frigo, se è vero che è molto semplice metterci le verdurine e la frutta che vogliamo, non è altrettanto semplice evitare che altri ci mettano altro. Eh sì, anche gli altri mettono “cose” nei nostri frighi. Dobbiamo fare attenzione. Adesso che hai capito come funziona il frigo per la tua dieta, andiamo a vedere quali sono i principali ostacoli esterni a cui fare attenzione. Li ho rappresentati più avanti come 9 ambienti di una casa invisibile, la nostra casa invisibile.

Senti chi parla OUT

Qui troviamo un mondo di persone che sono sempre pronte a darci consigli (soprattutto se non li abbiamo chiesti) e darci le loro verità. Ho imparato forse tardi, ma non ho più dimenticato una regola fondamentale: chiedermi sempre “questa persona ha provato/fatto la cosa di cui sta parlando? O l’ha letta? Se sì, dove? Con che risultati? Su che libri? Scritti da chi? Li avrà capiti sti libri? Le altre cose le capisce?” Mi sta consigliando come investire i miei risparmi (storia vera, consulente finanziario a Praga). Ottimo, lo fa di lavoro... dare consigli su come investire in immobili o altro. Fantastico: da quanti anni? Tre anni (ahia), e lui investe in immobili? Ci sta pensando (tocco ferro!), ma non mi ha appena detto che si può investire partendo con piccolissimi investimenti? Quindi a cosa deve ancora pensare? Bah. Preparo l’ultima domanda. E cosa ne dice delle Crypto? “Ah no.. sono pericolose”. Premessa: “ad alto rischio” o “molto volatili” sono termini che mi sarei aspettato da un consulente finanziario. Ma “pericolose”?... Oltre al fatto che ovviamente lui non proponeva investimenti in Crypto, che può anche andare bene, ma definirle “pericolose” no, non va bene per niente. Quindi “grazie per il suo tempo, le faremo sapere”. Ma allora non hai proprio capito niente scusa! Mi vuoi fare investire in cosa? Se fai questo lavoro da tre anni e non hai nemmeno capito i fondamentali? Ma in effetti i fondamentali sono "qualsiasi investimento che non conosci e non capisci è pericoloso. "

Ascoltare i consigli di chi non ha risultati è pericoloso. Dare ad altri la responsabilità di far rendere il tuo denaro è pericoloso. Non le crypto. Le crypto le vedo come TNT, dinamite. Se sai come maneggiarla e cosa farci, la usi per fare gallerie, scavare fossi, demolire edifici pericolanti e pericolosi. Se non sai come maneggiarla rischi di farti male. Altra domanda: questa persona da cosa guadagna? Dalle commissioni sui soldi che gli do da investire, ovviamente, non dai soldi che mi fa guadagnare! Quindi ci sarà pure un piccolo conflitto di interessi! Mi proporrà gli investimenti più redditizi per me, o quelli con la commissione più alta per lui? Se è un consulente con esperienza, preferirà il più delle volte farmi fare un buon investimento, per tenermi come cliente, ma potrebbe anche decidere di spingere qualcosa su cui ha maggiori margini. Non è sbagliato, non lo giudico, dico solo che dovremo aprire gli occhi e capire “da che pulpito viene la predica”. Quindi, informatevi prima della fonte, poi se la fonte per quel tipo di informazione è attendibile, prendete in considerazione l’informazione. Fallo ovviamente anche con me. Soprattutto, ripeto perché non fa mai male, assicurati che la fonte abbia i risultati che tu vuoi raggiungere. Non chiedere a una persona sovrappeso come dimagrire, non chiedere a una persona in bolletta come gestire il denaro, non chiedere a una persona incazzata con l’altro sesso come si gestisce una relazione. Chiaro? E, altra cosa molto importante, scontata ma meglio metterla nero su bianco: non fermarti alle prime risposte, cerca più fonti, più opinioni, fai lavorare il tuo pc (tra le due orecchie), fagli analizzare informazioni diverse, anche contrastanti, poi prenditi le tue decisioni.

Il gruppo dei pari

Hai mai provato a uscire da un locale quando tutti vogliono entrare, o viceversa? Hai mai provato a nuotare controcorrente? Ad andare in bici controvento? Ok, quindi hai chiara la sensazione che si prova quando si cerca di andare in una direzione e tutto il resto va nella direzione opposta. E cosa succede se a voler uscire non sei da solo ma un gruppetto di amici, mentre tutti gli altri vogliono entrare? Se a nuotare sei in gruppo, se in bici sei in gruppo... tutto diventa più semplice, vero? Chi si mette davanti farà più fatica e chi starà dietro “al coperto” ne farà meno. Per questo motivo i ciclisti sono uno attaccato all’altro, ben dietro, al coperto dal vento. Vogliamo uscire dal locale mentre tutti entrano, io mi prendo le prime due gomitate e facciamo un passo avanti, poi passa avanti un altro amico che si prende le prossime e facciamo un altro metro e così via. Un po’ a spintoni usciamo dal locale. Non riusciremo mai ad andare così veloce, a uscire così in fretta dal locale se fossimo da soli, giusto? Questo è il potere del gruppo dei pari. Perché pari? Perché vanno tutti nella stessa direzione, sono simili, per molti aspetti sono uguali a noi. Il detto “l’unione fa la forza” è più che mai adeguato a descrivere cosa succede a essere in un gruppo di pari. La brutta notizia è che la maggior parte delle persone NON sono come noi (infatti siamo tutti unici e diversi). La maggior parte vuole andare in discoteca. La bella notizia è che, nonostante la maggioranza voglia entrare in discoteca, non siamo mai soli. Dobbiamo solo cercare gli altri come noi e unirci. Lo so, ti starai chiedendo dove voglio arrivare con queste similitudini. Tranquillo, non voglio dirti di non andare in discoteca. Solo in questo esempio. Cerco e trovo altri che vogliono uscire e succede una cosa molto bella, molto spesso non serve nemmeno darsi regole del tipo “le prime gomitate me le prendo io e le altre le prendi tu”. Si inizia a collaborare per il “bene comune”, per “l’obiettivo comune”. Ci sarà quello che fa “il furbo” e non vuole farsi carico della propria parte di gomitate, ma si auto isolerà da solo, perché giocare in squadra va bene, quando giocano tutti. Chi non corre va in panchina in automatico, non me ne preoccuperei. Quindi, trovi il tuo gruppo dei pari e tutto diventa più semplice. Di che gruppo ti sto parlando? Del gruppo di studenti che vogliono dare il meglio, come te. Studiare assieme diventerà come uscire dalla discoteca assieme compatti. Non ti sembra, forse, ma ci sono distrazioni, perdite di tempo, persone pessimiste, persone che ti dicono “ma chi te lo fa fare” e sono tutti quelli che invece vogliono entrare in discoteca. Anche se non ti parlano direttamente e non cercano di convincerti a entrare in discoteca, il solo fatto che loro vadano in quella direzione, verso la discoteca, nella direzione opposta alla tua li rende parte del flusso che va contro di te. E il detto “meglio soli che male accompagnati!”? altra dimostrazione che ti serve un gruppo dei pari, infatti, è vero, meglio soli che male accompagnati, meglio provare da soli a uscire dalla discoteca, piuttosto che provare a uscire assieme ad amici che invece vogliono entrare! assolutamente vero. E ancora meglio è “bene accompagnati”, quindi “meglio soli che male accompagnati, meglio bene accompagnati che soli”. Quindi, stai studiando da solo, da sola? Prova a vedere cosa succede se trovi altri studenti che studiano e vi mettete a studiare assieme. Sei una solitaria o un solitario? Ti capisco. Lo sono anche io. Ho provato sia da solo sia in compagnia, per questo motivo ti consiglio di cercarti il tuo gruppo dei pari. Ho provato sia con lo studio, sia nello sport, sia sul lavoro. Ti faccio l’esempio della corsa, sport molto individuale. Ti alleni, corri, non ti alleni non corri. Non fai vincere o perdere una squadra, vinci o perdi tu, migliori o peggiori tu, ti metti in forma o fuori forma tu. Ma…

L'esempio della corsa

Quando ho iniziato ad allenarmi con i miei amici Olda e Mirka, marito e moglie, il numero dei miei allenamenti è aumentato senza che io me ne rendessi conto e senza nessuno sforzo. Molte volte non avrei voluto andare ma, visto che mi aveva chiamato Olda, mi mettevo i pantaloncini, le scarpe da ginnastica e uscivo a correre. Molte volte era lui a non averne voglia, ma visto che lo avevo chiamato io, veniva a correre. È un po’ come tirarsi una volta per uno. Quando ho più energie aiuto te, quando hai più energie aiuti me. E queste energie non le “consumiamo”, nessuno ce le ruba. Ce le ruberebbero se si facessero pregare e pregare, e ci facessero perdere tempo. Allora sì. Ma così non succede, non tra gruppi di pari. Quindi, trova altri studenti che hanno gli stessi tuoi obiettivi. Nel gruppo ci sarà qualcuno un po’ più indietro e qualcuno un po’ più avanti, è proprio qui la forza del gruppo. Io ho capito questo capitolo, lo spiego a te. Tu hai capito meglio quest’altra materia, aiuti me. L’esame ognuno lo farà per conto suo (come la corsa, la gara), l’allenamento funziona sempre meglio in gruppo. E ricordati una cosa: “tutti dicono di voler vincere, pochi vogliono prepararsi per vincere!”. “Il segreto non è mai vincere, il segreto è prepararsi per vincere”. Il segreto non è mai passare gli esami, il segreto è prepararsi a passare gli esami” Coach Claudio. "Il segreto non è avere risultati, il segreto è impegnarci e diventare la persona in grado di avere quei risultati."

Metodo Ponte
Metodo Ponte
Come laurearsi senza rinchiocciolirsi