Potrebbe anche stupire e a volte far ridere vedere persone sbroccare in questo modo, a volte ho riso anche io. A forza di vederne, non mi stupisco più ma mi spiace sempre, sia per loro sia per le persone che hanno vicino. Vorrei fare il possibile quindi per contenere e ridurre al minimo possibile questi petardi impazziti e imprevedibili. Tornando a noi quindi, so bene come stai, non solo perché ci sono passato, ma anche perché è un sistema (una chiocciola negativa) che non si è fermato al periodo universitario, ma si è ripetuto e ripetuto e ripetuto, da un lavoro all’altro, una carriera all’altra, nella mia vita. Finché non ho riconosciuto lo schema, ed estirpato il problema invertendo finalmente il senso della chiocciola, cioè della dinamica a spirale in cui mi ero messo. [tranquilla, tranquillo, andando avanti nella lettura ti spiegherò tutti quei termini che forse senti per la prima volta] Questo risultato l’ho ottenuto dopo non pochi reset.
Altro motivo per il quale scrivo questo libro è che la mia generazione di fenomeni – io per primo – deve prendersi la responsabilità di questo perdurare degli stessi problemi. È nostra responsabilità, di noi genitori, di noi insegnanti, di noi vicini di casa, di noi giornalisti, di noi pessimisti, filtrati (dotati di filtri e paraocchi) che non siamo ancora riusciti a renderti la vita più semplice di come lo è stata per noi.5 Possiamo prendercela con chi ci ha fatto da padre, madre, insegnante, zio finché vogliamo, ma continuare a fare gli stessi errori non ci rende migliori, e chi rischia di pagarne le conseguenze sei tu. Perché tutto questo? Perché molti dei problemi che avevamo e che continuano a esistere non li abbiamo riconosciuti. Il che è molto peggio che non risolverli, perché il non riconoscerli non ti dà la possibilità nemmeno di provare a risolverli. Abbiamo nascosto questi problemi dietro luoghi comuni, modi di dire, proverbi mal interpretati, teoremi senza condizioni di esistenza. Per chi non conosce questo gergo matematico, in modo semplificato, un teorema è un’affermazione che è vera se sono verificate certe condizioni. Prenderla per buona senza verificare le condizioni è come parlare credendo di essere capiti, in italiano, parlando a eschimesi... non funziona, eppure alcuni pensano che basti scandire le parole... Quindi eccomi qui: con le mie esperienze da universitario fuoricorso (ma comunque uscito dal tunnel con una laurea in ingegneria in mano), un curriculum da Resp. di produzione di tutto rispetto (me lo dico io), quindici anni vissuti all’estero, prima come ingegnere e poi come libero professionista/CEO a vendere di tutto di più a chiunque (no, eschimesi non ne ho incontrati, solo vietnamiti, cechi, slovacchi, polacchi ...). Per poi approdare dopo un pallet di libri letti (molti dei quali anche capiti! E qualcuno applicato pure!), decine di migliaia di euro investiti in corsi di formazione, pratica pratica, pratica e pratica, dicevo, per arrivare a diventare il coach che sono nato per diventare.