Capitolo 18
I fondamentali (la casa invisibile)

I

“fondamentali” di cui voglio parlarvi sono dei principi che valgono sempre, per tutti, in tutte le situazioni e non dobbiamo mai dimenticarcene, nonostante questo, ci capita spesso di essere così concentrati su qualcos’altro che li perdiamo di vista. Per questo te li introduco con una storiella, poi li vedremo tutti nel dettaglio. Veniamo alla storiella: Jack sta andando al primo anno di università, gli è sempre piaciuta la matematica, e ha da sempre avuto una passione per smontare rimontare oggetti vari. Gioco preferito, ovviamente, LegoThechnics. Genio della matematica si è divorato i libri di analisi uno, quelli degli esercizi, è andato a consulenza dalla professoressa regolarmente, ormai la sente quasi come la cara professoressa del liceo. Prima dell’esame ha fatto parecchi test, rifacendo più volte i temi d’esame dei due anni precedenti. È molto molto preparato. In sala studio aiuta i compagni, spiega analisi come fosse lui il professore. Ha anche pensato di iscriversi al concorso per diventare assistente, dal momento che la professoressa lo ha esortato più volte a farlo, si è praticamente deciso: “appena passato l’esame, mi iscrivo”. Ottimo, super preparato, intelligente già al liceo, gli piace la materia, motivato, insegna anche ad altri... eppure succede una cosa inaspettata: va all’esame e non lo passa. Cosa può essergli successo? È arrivato all’esame in orario, nell’aula giusta, il giorno giusto. 


Ecco i principali “fondamentali” che potrebbe essersi dimenticato Jack, per finire respinto all’esame; 

  1. carenza di sonno = no concentrazione; 
  2. carenza di acqua. Una disidratazione del 2% causa un calo delle performance fisiche del 20%, e come sappiamo il nostro cervello ha bisogno di ossigeno per lavorare e acqua per non surriscaldarsi quindi da disidratati è come lavorare con un pc surriscaldato e senza ventola...; 
  3. carenza di cibo = trascorso l’esame a sentir brontolare lo stomaco; 
  4. carenza di movimento, quindi poca ossigenazione al cervello questi i quattro bisogni fisiologici da rispettare: bere, nutrirsi, muoversi (fare attività fisica), fare sesso. 


Anche gli eccessi fanno male: 


  1. BIS) se ha dormito troppo NON è arrivato all’esame; 
  2. BIS) se ha bevuto troppo si è alzato per andare al bagno ogni 15 minuti fino alla perdita di pazienza della professoressa, che lo ha mandato a casa; 
  3. BIS) eccesso di cibo = durante l’esame aveva nausea; 
  4. BIS) eccesso di allenamento = durante l’esame era così stanco fisicamente che sentiva solo dolori muscolari ovunque (es. finita una maratona, doccia e via a fare l’esame).


Molto simile all’1 bis ma stanchezze diverse. Questi sono i fondamentali perché i bisogni fisiologici vanno prima, sono più forti più importanti dei bisogni psicologici/emozionali. Senza curare questi, non ha senso preoccuparsi del resto. Sono le fondamenta sulle quali poggiare i pilastri del nostro ponte. Senza questi, il ponte non si reggerà. Una volta cambiato l’olio al motore, fatto il pieno di benzina, messe le gomme in ordine, allora possiamo partire e guidare. I fondamentali sono il set up della macchina. Adesso andiamo a prepararla per le competizioni e impariamo a guidarla.

La tua casa invisibile

Esistono forze esterne a noi che sono più forti della nostra forza di volontà. Certo, come cantava Morandi un secolo fa, “uno su mille ce la fa” anche contro queste forze esterne, ma per uno che ci riesce, altri 999 periscono. Quello che invece tutti possiamo fare è una mossa di arti marziali, una mossa di quelle che ci fanno usare la forza dell’avversario a nostro vantaggio. Sembra strano ma, nonostante noi siamo più deboli di queste forze esterne, ci basta conoscerle per fare in modo che lavorino a favore della nostra forza di volontà. Come cambiare la pendenza a un piano inclinato. Ci aiuta a salire o ci aiuta a scendere, dipende da come lo giriamo. Queste forze sono principalmente nove, le ha scoperte e studiate Thomas Leonard (fondatore di Coachville, LLC e considerato uno dei padri del Coaching). Per farti capire intanto come funzionano, pensa a vivere immerso in una casa magica, in questa casa ci sarà: 


- un bagno con doccia, vasca, lavandino, wc (dove inizia la nostra giornata); 

- una cucina con un frigo enorme e una dispensa; 

- una camera da letto; 

- un pavimento; 

- un tetto; 

- un soggiorno; 

- un ufficio; 

- un garage grande in cui hai la stufa e l’aria condizionata centralizzata; 

- un giardino. 


Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere bene (in questo mondo ideale o chiamiamolo pure magico). Adesso immagina di entrare in questa casa e avere freddo. Cosa puoi fare? Accendere la stufa, giusto? Così da riscaldare la casa e te dentro. Bene. Adesso immagina di avere fame: vai in cucina e ti cucini qualcosa con gli ingredienti che sono in dispensa o nel frigo. Sei stanco, vai a letto, ti senti sporco o sudato ti fai una doccia. E così via. Ma cosa succede se la stufa è senza legna, non funziona, nel frigo e nella dispensa ci sono solo cibi avariati, il letto è di chiodi (e tu non sei un fachiro), dalla doccia non esce acqua né calda né fredda e il water è rotto? Cosa succede se funziona tutto ma il tetto è completamente volato via? E cosa succede se invece il tetto c’è, tutto funziona ma il pavimento è di terra e fango? Beh, roba da andare all’albergo subito, vero? Ecco, pensa che ci capita spesso di vivere in case del genere e rimanerci. Riusciamo a vivere situazioni di s-comfort, di disagio incredibili semplicemente perché non le vediamo. Infatti, questa “casa magica” è sempre attorno a noi, che noi lo vogliamo o no, e se non la vediamo è molto improbabile ripararla. Seguimi, so che il discorso sta diventando bizzarro ma lo risolviamo subito. Cosa succede se invece di essere invisibile noi la vediamo? Beh, vediamo che manca la legna per la stufa e andiamo a comprarla, vediamo che il cibo è scaduto e andiamo a fare la spesa di cibi buoni, chiamiamo un idraulico che metta a posto la doccia, ci compriamo un bel materasso comodo, ripariamo il tetto, togliamo il fango e sistemiamo il pavimento, giusto? Forse avrai già capito anche qualcosa in più e starai pensando: “prima il pavimento e il tetto, poi il resto”. Giusto, giustissimo. Infatti, c’è sempre una precedenza tra i lavori da fare, e dipende dalla gravità della situazione. Se il pavimento fosse solo sporco e il tetto fosse ok, andrei subito a fare la spesa, poi penserei alla doccia. Come vedi ci sono anche lavori che – in base alla loro gravità – possiamo fare meglio se aiutati, da un idraulico piuttosto che da un muratore. Altri possiamo risolverli noi (fare la spesa, comprare la legna nel nostro esempio). Lo so, non ci vedi ancora il nesso con la nostra vita reale e ci arriviamo subito. Andiamo a scoprire ogni singola parte di questa casa immaginaria e vediamo di cosa nella realtà stiamo parlando. Vedrai che ogni ambiente della casa ha il suo corrispondente nella nostra vita reale, e che ognuno di questi può aiutarci o metterci i bastoni tra le ruote, può aiutare la nostra forza di volontà o può contrastarla (e vincerla). Lo stratagemma di usare la similitudine con locali della casa mi è venuta cercando di far capire questi concetti a un ragazzino. Spero che ti torni utile per memorizzare e distinguere meglio questi aspetti della nostra vita ai quali non sempre diamo il giusto peso. Ci sono quattro aree di influenza della nostra casa invisibile. Influisce direttamente – sul nostro corpo e la nostra mente – sul nostro mondo materiale – sulle connessioni tra noi e le altre persone – sulle nostre connessioni con ciò che è più grande di noi. Vediamo stanza per stanza, gruppetto per gruppetto, questa casa invisibile, iniziando dai tre ambienti che influenzano il nostro insieme corpo-mente.

La sala da bagno: il nostro corpo e il nostro aspetto

Partiamo dalla parte più fisica/fisiologica. In questa casa magica e invisibile, questa parte è il bagno. Il bagno può essere bello spazioso, con una vasca per rilassarsi, una doccia per lavarsi, un water per liberarci da ciò di cui ci dobbiamo liberare fisiologicamente. Tutto ciò che ci serve per rimanere puliti. Strano a dirsi, c’è gente che non si cura di avere l’acqua calda in bagno, di avere il water intasato o di avere un bagno semplicemente invivibile: piastrelle rotte, specchio rotto, senz’acqua, meno che mai saponi e profumi. Se solo vedessero il loro bagno così come lo vedo io, probabilmente inizierebbero i lavori di restauro! Invece non se ne accorgono. Incredibile. Che cosa rappresenta nella vita reale? Il bagno è la metafora del nostro corpo, del nostro fisico, del nostro aspetto. Infatti, è proprio nella sala da bagno che ci prendiamo cura della nostra igiene e del nostro aspetto, giusto? Dove ci guardiamo allo specchio, ci pettiniamo, ci profumiamo prima di uscire ad affrontare la nostra giornata. Vedi persone che vanno trascurate, non fanno caso a cosa indossano, sono sovrappeso, spettinati, con gli abiti sgualciti o peggio sporchi? 

Queste persone stanno trascurando questa parte della loro casa invisibile. Io stesso ho qualche chilo di troppo quindi non ho la forma fisica che vorrei. È come se nella mia sala da bagno ci fossero degli asciugamani umidi maleodoranti, ci fosse calcare sullo specchio e il pavimento fosse da pulire. Certo, ho l’acqua calda, i saponi, i profumi (corro comunque 10 km sotto l’ora, quindi per cosa devo correre io mi sento abbastanza in forma). 


Mi serve solo una ripulita al bagno. Lo so e quindi ogni giorno mi impegno a fare esercizi o una corsetta, o quando riesco un paio d’ore in bici. Invece di mettermi sul tavolo una bottiglia di coca, mi ci metto una bottiglia d’acqua o un tè, perché mi aiutano a tenermi in forma. Tornando per un attimo all’ambiente cucina, se avessi solo bibite zuccherate in casa, avrei qualche problema, giusto? Invece ho anche del tè, dell’acqua, frutta verdura e tutto mi aiuta a raggiungere il mio obiettivo di peso forma. Non ci sono ancora ma ci sto arrivando. Vedo il mio bagno (non è più invisibile quando so cosa guardare, cioè il mio aspetto fisico), vedo che è sporco, lo lavo (mi metto a dieta, faccio movimento). Se vedessi che sono spettinato, mi pettinerei, se vedessi che sono vestito trasandato correrei ai ripari. Perché? Perché c’è gente che va in giro vestita in modo trasandato? Lasciamo perdere chi non può permettersi abiti lavati e stirati (sono casi ben più gravi). Diciamo che sono una ragazza che vuole rimanere “acqua e sapone”. Ok, acqua e sapone potrà voler dire senza mille trucchi, abiti non necessariamente di marca, niente di vistoso. Scelta personale. Ma se per caso poi questo si trasforma in camicetta stropicciata, capelli non curati, unghie non curate, scarpe della nonna... capisci che così non va bene? E perché? Perché quando ci sentiamo “a posto” stiamo meglio. Quando ci sentiamo in ordine ci comportiamo meglio. Se la nostra camicia è stropicciata anche noi, volere o no, ci sentiremo stropicciati. Qualcuno potrebbe obiettare che sono troppo “materialista” o “esteta” o superficiale. Avrei pensato queste cose anche io anni fa. Quelle storie del tipo "l’importante è come sono dentro. " 

Certo che è importante come sono dentro. Non significa che posso trascurare come sono fuori, come appaio. Non scherziamo: il nostro corpo è l’unico che abbiamo, non possiamo trattarlo male solo perché “siamo belli dentro”! Eh no! Se non ci tieni tu al tuo aspetto, stai dicendo al tuo inconscio che non è importante, stai dicendo che non apprezzi il tuo corpo, non apprezzi una parte di te, non ti apprezzi. E pretendi che ti apprezzino gli altri? Se esci di casa senza guardarti allo specchio, non ti pettini e ti vesti a caso, stai dicendo al tuo subconscio “tanto è lo stesso... chi vuoi che mi guardi!” e no. Ti devi guardare tu, ti devi piacere tu! Hai qualche chilo di troppo? Curati, truccati, vestiti bene e lavora per togliere anche i chili di troppo. Ma sono una persona che non dà importanza a queste cose! Ok, proprio qui sta il punto. Stai vivendo in una casa che probabilmente ha tutto perfetto, ma hai il bagno che è uno schifo. Non c’è armonia. Non c’è armonia in casa tua, non ci sarà armonia nella tua vita. Vuoi vivere meglio? Guarda che stanze hanno disordine e metti in ordine, metti cibo fresco in frigo, pulisci il bagno, ordina la soffitta, taglia il prato. Non si tratta di voler apparire, si tratta di aumentare la nostra autostima. Ti ho sentito “ma io voglio solo laurearmi”... Sì, pensi solo allo studio e trascuri il resto. Errore molto comune, l’ho fatto anche io (ti racconto più tardi). Il punto è che non devi pensare solo a laurearti, devi pensare a diventare la versione migliore di te, con laurea e tutto il resto. Altrimenti sarebbe come andare in palestra ed esercitare una gamba sola. O solo le gambe. Devi esercitare e allenare tutto, perché tutto fa parte di te. Pensa di avere un ospite speciale, di voler invitare nella tua casa invisibile il tuo partner ideale, e lui potesse vedere la tua casa invisibile. Preferiresti che trovasse il bagno sporco o il bagno in ordine? Ah, ma tu lo porti solo in camera da letto (scherzo, questo di solito lo pensiamo noi maschietti a una certa età ormonale). Ok, lo porti solo in soggiorno (vedremo dopo cosa rappresenta) e magari in giardino. Ok, ma se con questa persona vuoi iniziare qualcosa di serio, prima o poi vedrà tutte le stanze di casa tua. Tutte. E ti dirò di più: la persona più importante della tua vita, quella casa invisibile la vede benissimo perché ci vive dentro tutti i giorni... Hai capito? Eh sì, sei tu, che tu lo voglia o no. La persona più importante della tua vita sei tu. Ne abbiamo già parlato e lo ripeto. Sei tu. Per questo ospite devi fare di tutto per curare la tua casa invisibile.

Quando lavoravo principalmente come agente di commercio andavo in giro per clienti da mattina a sera. I primi tempi ero sempre impeccabile, nei limiti delle mie finanze, avevo sempre una camicia stirata, una giacca e una cravatta, anche se giravo con una Punto che aveva più km di quanti ne potesse sopportare. Rappresentavo aziende che si meritavano di essere rappresentate così. Poi per adeguarmi agli standard dei clienti, che iniziavano a guardarmi un po’ male (mia impressione) perché erano tutt’altro che in giacca e cravatta, ho tenuto la camicia, tolto la cravatta e sostituito la giacca con un giubbotto. Elegante ma mai quanto con la cravatta. Bene, quando sono passato da consulente della società di Firenze ad amministratore della loro filiale ceca (la Devon&Devon CZ) e ho iniziato a gestire la loro boutique nel centro di Praga, non mi pareva vero tornare in giacca e cravatta. So che a molti la cravatta sembra un’imposizione, che manca l’aria e cose del genere. A me ha dato la sensazione di ritornare ad avere “la mia pelle”, perché mi ci sentivo proprio bene. L’ambiente in cui ero – la boutique – era l’ideale. Potevo finalmente comprarmi anche vestiti firmati e sfoggiarli, senza venire giudicato un esibizionista dagli altri (anche qui, bada bene, erano tutte mie convinzioni!). Inoltre, ero molto più vicino alla clientela della boutique. Mi sentivo più vicino a loro. Ti ho sentito “Zuckerberg e Steve Jobs allora?” Non sono in contraddizione? Loro sono a un livello di autostima che non ha bisogno di una cravatta, e hanno basato il loro brand personale anche sul vestire casual. E non vuol dire trascurato, sporco, stropicciato, di una taglia sbagliata. Ok? Va contestualizzato il loro stile, così come va contestualizzato cosa significa per te un vestito piuttosto che un altro. Se per te la cravatta è sinonimo di costrizione, non metterla (o allenta il nodo). Il punto è che dobbiamo sentirci bene col nostro aspetto, e cosa indossiamo può e deve aiutarci. Altrimenti farà l’effetto contrario. 


La trappola del pigiama 

Quando ho iniziato a lavorare al telefono, da casa (periodo Covid), sono caduto nella “trappola del pigiama”. Penso sia successo a molti, sicuramente a molti newyorkesi dato che proprio a New York ha dovuto chiudere un famoso negozio di camicie, per drastico calo delle vendite (e incapacità ad adattarsi a tale cambiamento). Bene, nessuno mi vede, a chi importa? Certo, a nessuno, stranamente però sono aumentati i miei riposini pomeridiani, è diminuito il tempo tra la sveglia e il “lavoro” sono aumentati gli spuntini/colazioni ed ero costantemente stanco. Certo, la depressione che abbiamo conosciuto durante il Covid ha fatto molto, ma il punto è che, oltre al Covid, ci ho messo anche il pigiama a tirarmi giù, o per lo meno a tirarmi sul letto. Più avanti troverai capitoli dedicati a come funziona il nostro inconscio, ora te lo accenno brevemente per farti capire perché il pigiama per lavorare non va bene (a meno che tu non sia un collaudatore di letti o indossatrice di pigiami). Se devi andare a un ballo di gala, come ti vesti? Se devi andare a vedere una partita di calcio? E se devi andare a giocare la partita? Se la partita è di tennis? Se devi andare a pattinare? Se devi andare a fare lavori in giardino? Bene, ti sarai reso conto che c’è una relazione tra l’abbigliamento e l’evento, tra l’abbigliamento e lo scopo che hai in quel determinato momento.

Ecco, adesso prova a fare questo esercizio: prima leggi le istruzioni poi fallo. Ci vorrà un minuto. Versione per il gentil sesso: Chiudi gli occhi e immaginati in tutù, la calzamaglia del colore che vuoi, con le scarpe da ballo, ben allacciate, non troppo strette, il giusto. Adesso dimmi dove sei e cosa sta per succedere...? Sì, lo chiedo a te… cosa ti viene voglia di fare? Versione per uomini: chiudi gli occhi e immaginati con la maglia della tua squadra del cuore, pantaloncini, calzettoni tutto coordinato, le tue scarpe da calcio preferite (se ti piace il calcio, altrimenti il tuo sport). Ci sei? Bene, adesso completa il quadro: dove sei? cosa vedi? cosa sta per succedere? cosa ti viene voglia di fare? Adesso ti sarai perso in ricordi che hanno suscitato il tutù o i calzettoni. Ti sarai visto ballare o tirare calci a un pallone, giusto? Perché? Perché l’abbigliamento specifico ci predispone ad azioni specifiche. Quindi non sottovalutare mai il tuo abbigliamento. Non stiamo parlando di essere vanitosi, stiamo parlando di avere un’altra stanza della nostra casa invisibile, in ordine in grado di aiutarci a fare meglio cosa vogliamo fare, a raggiungere i nostri obiettivi. A essere la persona che vogliamo essere.

Tornando un attimo alla trappola del pigiama, ho smesso di lavorare in pigiama, ho ripreso a vestirmi elegante anche se ero in casa e i risultati sono cambiati. È migliorata la mia attenzione, la mia mente era pronta a fare quello che dovevo (ascoltare le persone e aiutarle a scegliere, piuttosto che risolvere i loro problemi). Oh ti sento, sei sempre tu, lo scettico. Sì, hai ragione: se sei bravo a giocare a calcio lo sei anche scalzo. Certo. E se sei bravo scalzo, con le scarpe con i tacchetti, giochi meglio o peggio? Ottimo, spero sia chiaro. Ripeto, ci sono persone che viaggiano con parti della loro casa invisibile completamente trascurati. Vivono male? Non tutti, ma sicuramente potrebbero vivere meglio. Questo è il punto. Se preferisci “accontentarti”, posso capirti, vedrai più avanti cosa penso dell’“accontentite”. Per ora ti dico che io sto facendo di tutto per darti gli strumenti per non accontentarti. Decidi tu se continuare a leggere.

Fondamenta e pavimento | Talenti, capacità, abilità, sensibilità

Su cosa cammino nella mia casa invisibile? Su cosa si regge la casa? Sul pavimento, la casa si appoggia sulle fondamenta. Su cosa costruisco ogni mio successo? Su cosa si basa ogni mia conquista? Sulla mia personalità, sui miei talenti, sulle mie abilità, la mia sensibilità e le mie doti in generale. Vediamo quindi come deve essere questo pavimento, come devono essere queste fondamenta: innanzitutto devono essere solide, sorreggono tutta la casa. Devono sorreggere le mura e tutto il resto. Se vogliamo una casa grande, spaziosa, magari a più piani, benissimo: dovremo avere delle fondamenta estese e robuste, per poter reggere il peso di più piani. La nostra personalità, il nostro carattere, le nostre capacità devono essere in linea con la casa che vogliamo costruire. Esempio banale: se voglio un certo tipo di professione, devo avere un certo tipo di laurea, non il documento che attesti le mie abilità, ma le abilità in sé. Se mi assumono come ortopedico perché ho un documento che attesta che sono ortopedico, mi mettono davanti a un paziente che si è rotto il femore destro, e io come prima cosa gli faccio delle lastre al gomito sinistro... forse il documento l’ho stampato con word e me lo sono compilato io, sicuramente non farò l’ortopedico. Giusto? Quindi, le fondamenta sono le cose che sappiamo e sappiamo fare, non i documenti che attestano qualcosa su cosa sappiamo o non sappiamo fare. Il documento (vero) è la naturale conseguenza di ciò che sappiamo fare. Lo so, sembra banale, ma troppo spesso ci si focalizza sul risultato, ancora peggio sul “punteggio” (laurea) quando ci dovremmo invece concentrare sul processo, su cosa dobbiamo fare, imparare, diventare per raggiungere quel traguardo, e di conseguenza ricevere l’attestato di conferma. Scusa la divagazione ma era necessaria. Tornando al nostro pavimento, ti sarai resa/o conto che una cosa è il pavimento, sono le fondamenta sulle quali possiamo costruire oggi, questo è chiaro. Se non ho le capacità, inutile costruire carriere che cadrebbero come castelli di carta al primo scossone. Altra cosa è che posso continuamente rinforzare e allargare le mie fondamenta. Posso imparare cosa non so, imparare a fare cosa non so fare, fino a costruire le basi per la casa che voglio costruire. Possiamo vedere questi ambienti come nove pilastri del nostro ponte, quel ponte meraviglioso che si chiama vita. Ogni pilastro è importante e non possiamo costruire un ponte che abbia un pilastro più basso degli altri. Ci sei? Questo è l’equilibrio: ogni parte della nostra casa deve essere in equilibrio con le altre, altrimenti non possiamo crescere al meglio. Possiamo crescere sì, ma non in armonia, non in equilibrio. Non ho usato la metafora del ponte e ho preferito la casa invisibile perché è più semplice ricordarla, e ogni ambiente è diverso, così come lo sono i nostri nove ambienti. I pilastri sarebbero tutti uguali. Torniamo quindi alla casa. Il pavimento, i miei talenti, i miei punti di forza, le mie abilità, le mie abilità emozionali, fisiche, relazionali. Sono tutte qui, tutte fondamenta.

Cucina (frigo e dispensa) | Media e a-social

Cucina con frigo e dispensa. Questo è l’ultimo ambiente che riguarda il nostro insieme corpo-mente. Il frigo e la dispensa della nostra casa invisibile, della nostra casa magica, nella vita reale sono i media, i social, le riviste i quotidiani (sì lo so, si stanno estinguendo, sembra, ma lasciamoli lì comunque), le idee in generale che “arrivano a noi”. Come abbiamo già visto, per prendere decisioni consapevoli abbiamo bisogno di informazioni, giusto? Molte di queste informazioni ci arrivano dai media, dai social, dal web in generale. Ma cosa succede se usiamo questi mezzi per avere notizie di cronaca nera, gossip, seguire influencer che non insegnano niente, reel di persone che non ci piacciono e non ci perdiamo un post di un amico e dei suoi gatti o spritz? Di cosa ci nutriremo? Di cosa stiamo nutrendo la nostra mente? Cosa lasciamo entrare nel nostro “computer”(quello tra le orecchie)? Ne abbiamo già parlato, il computer analizza ed elabora tutto. 


Come dicono gli anglosassoni 

"shit in... shit out"


cioè 

"spazzatura entra… spazzatura esce. "


Significa che puoi avere anche il miglior calcolatore del mondo, ma se inserisci dati sbagliati, avrai risultati altrettanto sbagliati. Questa regola si adatta al corpo umano, perché se mangi schifezze, il risultato sarà una schifezza, e si adatta alla nostra mente: se facciamo entrare nella nostra mente delle schifezze, quello che otterremo saranno altre schifezze. Non dico di diventare a-social e non svagarsi. Nel frigo tengo sempre un paio di birre, ma ci metto anche verdure e frutta fresca. Non posso pensare di avere una dieta sana se riempio il frigo di gelati, birre, cibo spazzatura, e l’unica frutta è ricoperta da così tanta muffa da non essere nemmeno riconoscibile. Giusto? Vedi che se capiamo a cosa ci servono frigo e dispensa, cosa sono, possiamo fare in modo che aiutino la nostra forza di volontà? Se voglio diventare un progettista di ponti (lo so, sono fissato con i ponti e gli ingegneri. Non me ne volere) oltre a seguire gli amici su Fb potrei seguire degli studi di progettazione, potrei seguire dei siti di engineering, potrei impostare Googlenews per mandarmi tutte le news dal mondo riguardanti i ponti, la tecnologia, l’edilizia. Se voglio diventare uno youtuber, oltre a seguire quello che postano i miei idoli, posso anche leggere di loro, delle loro storie, per capire come vivono, come hanno fatto ad arrivare dove sono e diventare chi sono. Il social di turno non è né buono né cattivo, è uno strumento: Devo capire come usarlo per aiutarmi, ed evitare che “lavori” contro la mia forza di volontà. È difficile rimanere a dieta e fare sport. Diciamo di sì (per questo esempio). È più facile in una pasticceria o in una palestra con frigo e dispensa colme di cibi dietetici? Ci siamo capiti, vero? Mi spiace che in questi ultimi anni siamo tutti bombardati da notizie tutt’altro che positive. Il Covid prima e la guerra in Ucraina poi ci hanno riempito i frighi e le dispense di casa di... di cosa? Te lo dico io: di pessimismo e di paure. È tutto reale, certo, ma è un po’ come se non ce ne accorgessimo e qualcuno continuasse a riempire il nostro frigo di... (mi verrebbe da usare un esempio più forte) di aceto e limoni. Certo che ci servono sia l’aceto sia i limoni, per condire insalate, fare spremute, cucinare, mettere fettine nel tè a chi piace. Ma solo aceto e limoni? Tutta la dispensa? Da morir di fame! O no? Ecco, continuare a guardare a ripetizione statistiche Covid, cronaca nera, news dal fronte equivale a togliere insalate dal frigo e metterci solo altro aceto e altri limoni. Perché? Perché sia il frigo sia la dispensa sono limitati, non ci sta tutto. Il nostro tempo e la nostra attenzione sono limitati, non possiamo prendere tutte le news del mondo. 


Non possiamo nello stesso tempo assimilare notizie positive e notizie negative. Ti ho sentito: dici che non sono notizie negative, sono notizie reali e negative. Certo. Nella realtà c’è il Covid e c’è la guerra in Ucraina (anche se spero vivamente che entrambe spariscano prima che io pubblichi questo libro). Il punto è che aceto e limone sono acidi e ci aiutano a digerire, il limone aumenta l’assimilazione del ferro della carne e se c’è qualche nutrizionista che vuole aggiungere aggiunga pure. Così come ci fa bene sapere dove stiamo vivendo, cosa sta succedendo nel mondo. Ma non possiamo fossilizzarci su quello che non va, perché altrimenti avremo due foglie di insalata che nuotano nell’aceto, e tutto avrebbe lo stesso gusto. Acido. Chi ha bisogno invece proprio di “full immersion” di queste notizie? Chi vuole fare il giornalista, per esempio, chi vuole fare il politico, il virologo, il dottore ecc. Tutte le persone che in un modo o nell’altro hanno o avranno proprio bisogno di fare i tuffi nell’aceto, per dirla così. Voglio diventare l’esperto di aceti, il sommelier di aceti balsamici di Modena, è giusto che nel mio frigo e nella mia dispensa ci sia una bella e fornita collezione di aceti. Assolutamente sì. Altrimenti, se voglio semplicemente cucinarmi un’insalata, beh, me ne basta una bottiglia. Ripeto: dobbiamo essere informati su come va il mondo. Sì. Dobbiamo decidere noi che parte guardare, che cibi mettere nei nostri frigoriferi e nelle nostre dispense. Tutto non ci sta e il troppo stroppia sempre. Un’ultima considerazione molto importante: chi ci mette tutto questo aceto nel frigo? E se ci trovassi solo acqua minerale, nel mio frigo, ce l’ho messa io? Sono sicuro? Ho cercato io queste notizie (questi cibi) in base alla mia dieta, in base ai miei bisogni? Mi ha fatto la spesa il mio dietologo? Il mio medico? Chi? Ecco un altro punto importantissimo: da chi facciamo fare la spesa? Se accendo la radio e la lascio sintonizzata sul primo canale che capita? Se accendo la TV basta non sentire il silenzio in casa? Se voglio riposarmi un attimo e inizio a scrollare reel su Instagram? Sto facendo la spesa in un supermercato enorme, col mio carrello, e c’è gente che in continuazione mi butta roba nel carrello. Vado alla cassa e pago sempre io, senza accorgermene. Con che moneta pago? Con il mio tempo e la mia attenzione. Con i miei 1440 “power-bricks”(mattoni del potere) giornalieri (cfr 1440). Ricapitolando: Riempi il tuo frigo e la tua dispensa di cibi “informazioni” che si prendano cura della tua salute (della tua mente e dei tuoi obiettivi). E fai attenzione a chi ti riempie il carrello della spesa di cibi che non hai chiesto e che finirai col pagare ugualmente.

Pulire e ripulire

Adesso volevo spiegarti il perché, come questa mattina, continuo ad ascoltare video/podcast motivazionali. Qualcuno potrebbe dire: non sei abbastanza motivato? Sì, sono sempre motivato, certo che lo sono, perché ascolto costantemente video motivazionali. CAUSA ascolto, EFFETTO mi motivo. E perché ho sempre bisogno di motivarmi? Semplice, perché i d motivatori sono sempre al lavoro, sempre più incalliti e subdoli, mascherati da buoni consiglieri più o meno ignari. Senza parlare dei media. Scusa, prova a farti una giornata tutta a guardare un canale a piacere di news. Cosa ti viene da fare alla sera, dopo aver visto e rivisto e sentito e risentito tutte quelle notizie? Che percentuale c’è di news positive, motivanti, ottimiste? Non venirmi a dire che non succede niente di buono in tutto il santo mondo, mai! È che non fa notizia (capitolo a parte complotti o complottati). Guardo un film e mi interrompe il McDonald, e io magari sono a dieta perché voglio mettermi in forma per la prova costume. Poi ci si mette il dolce di turno tutto incremositissimo al cacao. Bene, mi ci metti un mix di bevande gasate, del buon vino, e dove vanno a finire tutti i miei buoni propositi? È il discorso dei FRIGORIFERI, ne più ne meno. C’è sempre qualcuno pronto a farmi andare a male quello che ho messo nel frigo, e qualcuno addirittura mi ci mette porcherie di nascosto. Sì, di nascosto. Messaggi subliminali come un figo che si fuma una sigaretta con aria rilassata (quando invece la nicotina agita, non rilassa, quello che rilassa sono i respiri profondi ma nessuno ce lo dice). Quindi, così come devo pulire periodicamente il frigo, per togliere frutta e verdura andata a male, cibo da riscaldare che è passato a miglior vita, coltivazioni di penicilline varie, allo stesso modo devo fare pulizia nella mia mente. Come lo faccio? Con informazioni sane (cibo sano), motivanti, positive, informazioni sulla base delle quali poter prendere decisioni consapevoli. Anche le informazioni, così come la frutta e verdura, devono essere “consumate” cioè messe in pratica. Altrimenti vanno a male, scadono e rovinano anche quelle fresche. Di cosa sto parlando? Di informazioni e informazioni sul come fare qualcosa (come passare gli esami, per esempio) mai consumate, mai applicate. Alla fine marciscono facendoci credere che ne abbiamo lette tante ma non funziona niente. Ma non funzionano perché non le abbiamo studiate e applicate, non perché non funzionino. Erano fresche, le abbiamo lasciate stare e sono marcite. Non ci possono più aiutare. Pensa a studiare a menadito il primo capitolo di una materia. Poi lascia perdere. Passa un mese, passano due, una sessione poi l’altra. Quando torni su quel capitolo, te lo ricordi ancora a memoria o no? Devi riprendere in mano il tutto, tornare a fare la spesa.

Metodo Ponte
Metodo Ponte
Come laurearsi senza rinchiocciolirsi