Capitolo 16
La “materia” attorno al nostro insieme mente-corpo

Ufficio | Lavoro, business, finanza

Ognuno di noi lavora per se stesso o per altri, ha delle entrate e delle uscite di denaro, gestisce delle finanze. Se non stai lavorando, e le entrate sono date dai tuoi genitori, comunque sei tenuto a gestirle per comprare quello che ti serve. Una volta che inizierai a lavorare, anche le entrate saranno direttamente sotto il tuo controllo. Adesso non preoccuparti se non sei ancora in questa situazione. Continua a leggere, serve anche a te. Arriviamo quindi ora all’ufficio della nostra casa magica. Abbiamo una scrivania, una sedia, un mobile con cassetti, una libreria. Nascosta da qualche parte, dove pare a te, c’è anche una cassaforte. Questo ufficio immaginario rappresenta il nostro lavoro, da qui gestiamo i nostri affari, che si tratti di una professione, di un lavoro, di investimenti. Tutto ciò che concerne il denaro, la sua creazione e la sua gestione, passa da qui. Se fai un lavoro creativo, esempio sei pittore o scultore, un digital marketer, uno youtuber puoi modificare questa stanza, questo ufficio lo trasformi in un laboratorio o in una sala di registrazione video. Come preferisci. Ma non esiste! Lo so, ma è importante che colleghi questo mondo immaginario al mondo che più ti è vicino. Adesso, cosa dobbiamo fare per lavorare bene in questo spazio? Dobbiamo fare in modo che questo ci faccia stare a nostro agio. In tutto e per tutto. Caro il mio creativo ti sento mormorare, che per te il disordine è sinonimo di creatività. Bene, ti chiedo una cosa: se devi passare mezz’ora tutte le volte che cerchi un pennello, ti aiuta? Se quando vai per usare il blu per olio trovi solo tanti blu per acquarello, ti aiuta? Se ti serve una tela un metro per due perché sono le tre del mattino e ti svegli con l’ispirazione, e per trovarla devi scaraventare all’aria mezzo atelier, ti aiuta? O rischi di perdere l’ispirazione? Ognuno avrà i suoi metodi. L’ordine è sempre sinonimo di ordine mentale, di chiarezza di obiettivi, di pensieri e di azioni. Creativi compresi. Vuoi vivere nel caos? Non te lo consiglio. Nel caos si perdono non solo gli oggetti ma anche i pensieri. 


Quindi? 

Quindi puoi continuare a lavorare come stai lavorando, senza poi lamentarti se avrai gli stessi risultati che stai ottenendo, oppure metti ordine e vedi come cambiano le cose. Tornando al mondo reale, stessa cosa: tieni ordinata la scrivania, tienila pulita. A portata di mano gli oggetti che usi più spesso (nel tuo caso, se stai studiando tre esami, i libri di testo e di esercizi di questi esami). Definisci un posto per ogni cosa, così da trovarla sempre in fretta quando la cerchi. Se senti di avere bisogno di aiuto per mettere ordine, ti consiglio di investire ne “la magica arte del riordino”, il santo Graal dell’argomento è di Marie Kondo. Io, dopo averne letto le prime pagine, ne ho regalato due copie, una alla mia compagna e una a mia madre... lo so, eccesso di delega. Mea culpa. Poi comunque ho letto la mia copia e fatto la mia parte. Non sono ancora un “pro” del riordino ma molto meglio di anni fa. Se hai troppo da riordinare, inizia da una cosa per volta. Oggi il desktop del pc (Sì, quello è disordine che ti entra in testa ogni volta che lo guardi!), domani pulizia file e app obsolete sul telefono. Dopodomani i gruppi Fb che non guardo da una vita perché non mi interessano più. E così via. Pensa alla tua RAM. Fare pulizia significa liberare RAM. Quindi più energia mentale da dedicare ai tuoi sogni. Bene, cosa serve poi? Curare la propria cassaforte. Il proprio conto in banca. Come si fa? La matematica delle elementari ci basta e avanza per i primi fondamentali controlli: Entrate meno uscite = ? Numero positivo? Ok, stiamo crescendo. Numero negativo? Ok, da cosa è dovuto? Abbiamo investito in qualcosa di utile che ci migliora la vita e può generare altro denaro? O abbiamo sperperato semplicemente per cose che non ci aiutano e ci coccolano soltanto l’ego per qualche giorno? Un consiglio utilissimo, nella gestione delle tue finanze, è quello di accantonare. Non mettere sotto il cuscino o lasciare divorare dall’inflazione in un conto in banca ma sicuramente metterli da parte per poi investirli in qualsiasi cosa tu creda che possa far crescere la tua ricchezza. Anche solo l’idea che il tuo capitale sta crescendo ti darà una tranquillità e una fiducia nel futuro indispensabili per creare i propri sogni con serenità.

Produrre ricchezza

Sì, ti sento, non hai entrate tranne quelle che ti arrivano dai tuoi genitori. E ti ho scritto che questo capitolo sarebbe stato utile anche per te. Lo so. Confermo. Prima cosa, se le tue entrate sono quello che ti danno i tuoi genitori, sei fortunato. E chi ti impedisce di avere altre entrate tue? Perché è importante “accantonare” e quindi avere delle riserve? Per quel senso di sicurezza di cui parlavo poco fa che ci serve per vivere più rilassati, e per affrontare le scelte con serenità. Che scelte? Mi si rompe il cellulare. Mi compro un iphone o un no-name? Posso permettermi un i-phone? Sicuro? Chi me lo dice? Mi serve? Sicuro? Lo pago a rate... Sei sicuro sia sensato comprare a rate un cellulare? Non sono la persona più adatta a insegnare intelligenza finanziaria. Ti rimando a persone più brave di me per discorsi più approfonditi, ma almeno le basi posso dartele: se compri qualcosa solo per apparire, rimanda. Compra prima qualcosa per diventare ed essere (formazione, palestra, viaggi di crescita, non solo di svago). Ti faccio notare che saper produrre ricchezza, saperla gestire amministrare, e saperla investire e quindi far rendere, è una abilità che ti serve, qualsiasi cosa tu voglia fare, qualsiasi lavoro o professione. No? tu sei musicista... quindi? Quindi quando vuoi comprarti uno strumento nuovo come lo paghi? Ah, con il denaro. E dove lo prendi? Suoni e ti pagano. Ottimo. Quindi hai entrate e uscite. Vuoi permetterti di più a parità di entrate? Non è possibile? Certo che è possibile. Meno spese superflue e più investimenti. “Ah ma io non ho tempo per pensare a queste cose”. È come dire: sono un calciatore professionista, uso gambe, testa, polmoni, cuore... non mi posso interessare anche del mio fegato! Hai mai visto un calciatore che NON si prende cura del proprio fisico al 100%? A 360 gradi? Anche della propria mente! Meditazione, pnl (programmazione neuro linguistica), tapping, visualizzazione, affermazioni, musica motivazionale e chi più ne ha più ne metta. Perché? Perché le persone di successo, che siano calciatori o pittori o CEO, o genitori sanno che il successo c’è ed è fruibile solo quando c’è equilibrio in tutti gli aspetti della vita. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Vedono mille strade per migliorare e allargare le proprie fondamenta e non si fermano, non si accontentano, continuano a migliorarsi. Perché? Per vivere meglio. Calciatore di successo senza denaro, perché si spende più di cosa guadagna, secondo te è più o meno stressato di un calciatore che ha anche le proprie finanze sotto controllo? Se ne occupano il mio commercialista e il mio broker. Bravo, e se sbagliano cura e il tuo fegato va in carpione? Con chi te la prendi? Attenzione, per delegare dobbiamo sapere capire se stiamo delegando a chi sa fare o a chi dice di saper fare. Non è semplice. Tornando per un attimo sul produrre ricchezza, c’è una regola importante: meglio sai fare il tuo lavoro (o business che sia) più verrai pagato (o dall’azienda in cui lavori o dal mercato). Per questo ha sempre senso investire sulla nostra formazione.

Seminterrato e garage | luoghi, oggetti, tecnologie

Nel nostro seminterrato abbiamo tutto quello che serve per far funzionare la casa, abbiamo la caldaia, il cuore dell’impianto di raffrescamento centralizzato per l’estate, il collegamento alla rete idrica, a quella elettrica, cavi, cavetti, contatori, interruttori. Di tutto di più. Poi abbiamo anche un comodissimo posto auto. Viene da sé che anche questi locali vadano tenuti in ordine, pena l’inefficienza di tutta la casa. Questo ambiente rappresenta (è costituito da) tutto quello che di materiale ci gira attorno. Dal computer con cui lavoriamo, la scrivania e la sedia su cui sediamo, l’auto che guidiamo, il cellulare che abbiamo. Tutto ciò con cui siamo in contatto giornalmente. Mobili, arredamento della casa in generale. Non parliamo ora di quelli fittizi, qui parliamo del vero bagno, del vero letto, del vero tetto ecc. Perché questo dovrebbe importarci? Semplice, perché – sempre ragionando per estremi – se vivessimo in una casa decrepita, in disordine, se avessimo il cellulare sempre col vetro frantumato, la macchina che chiede pietà e vorrebbe andare da sola dallo sfascia carrozze… come ci sentiremmo? Sarebbe una vita molto disagiata, vero? Cosa dovremo fare in questi casi? Iniziare a mettere in ordine l’ordinabile. Ho provato sulla mia pelle quando vivevo nel mio primo appartamento a Praga in “ben” 23 metri quadrati di seminterrato (il mio mitico bunker, lo chiamavo così perché non aveva finestre), era tutto ciò che potevo permettermi. Se non sei pratico di spazi, basta provare a fare sei passi avanti, quattro di lato e guardare il rettangolo immaginario del quale hai appena percorso due lati. Vivevo lì, in quello spazio. 


Quindi, dicevo, non potevo certo comprare mobili pregiati o fare chissà quale investimento. Ma una cosa era il mio bunker tirato a lucido, con il secchio della spazzatura vuoto, il lavello pulito e vuoto, le posate nel cassetto, i piatti nell’armadio. I libri impilati in ordine sulla mensola, il mio portatile sul tavolo con solo un blocco notes e una penna. Il pavimento lucidato e profumato, qualcosa di buono nel frigo, magari una bottiglia di prosecco (anche economico ma sempre bollicine erano). Questo era l’assetto “pre appuntamento galante”. Altra cosa era il “…qualche giorno post appuntamento”: vestiti sporchi a terra qua e là, frigo con avanzi di qualche giorno prima, piatti nel lavello ancora da lavare, letto disfatto, libri e cataloghi sparsi ovunque, dal piano cucina, al bagno, ovunque tranne che al loro posto, cesto dell’immondizia stracolmo al suo posto e altro pieno ancora sul mio pianerottolo (là sotto c’era solo il mio bunker e il locale caldaia). Che ne dici? Che effetto ti ha fatto? In quale delle due situazioni lavoravo meglio? Mi concentravo di più, e mi sentivo più a mio agio? Stesso investimento in denaro (l’affitto era quello), diverso investimento di tempo (a fare casino ci mettevo molto meno che a mettere in ordine), ma sicuramente risultati e stile di vita, seppur negli stessi 23 quadri, completamente diversi. Quindi anche solo andare al lavaggio auto manuale, pulire la carrozzeria dal sale invernale o la polvere, aspirare e lavare i tappetini ti fa fare un viaggio, vivere un’esperienza nella stessa auto completamente diversa. Se qualcuno non ci crede, basta provarlo sulla propria pelle. Quindi, perché siamo finiti al bunker? Sì, per tutto ciò che di materiale vediamo, tocchiamo, usiamo giornalmente. A costo di prendermi del “ripetitivo”: non vuol dire fare tutto subito, questo vorrebbe dire impazzire. Vuol dire che un po’ per volta dobbiamo prenderci cura di tutto ciò che ci circonda. Possiamo iniziare semplicemente col mettere ordine e pulire (non che fosse il mio sport preferito all’università, ti capisco, infatti, studiavo meglio in sala studio…).24


L'insieme mente-corpo entra in contatto con le altre persone

Ora veniamo alle connessioni tra il nostro insieme mente-corpo e il mondo materiale attorno a noi. Questo è rappresentato da altri due ambienti della casa invisibile, la camera da letto e il soggiorno. Entrambi sono aspetti del mondo materiale. Nel bagno mi lavo, sul pavimento baso le fondamenta del mio castello, in cucina mi nutro. In ufficio mi occupo della parte materiale per quel che riguarda la creazione e gestione della ricchezza (del denaro), e in soggiorno mi godo i frutti di questa ricchezza. Per ora, sono sempre solo io e il mio sistema mente-corpo e le mie interazioni sono col mondo materiale.

Camera da letto | Famiglia e amici stretti

Famiglia e amici stretti sono il nostro primo collegamento con la comunità. Se prima abbiamo visto il nostro collegamento col mondo materiale, adesso ci confrontiamo con gli altri, le altre persone. Dalle più vicine alle più lontane. Il nostro cerchio degli affetti principali comprende la famiglia e gli amici più stretti. Nella nostra casa invisibile sono rappresentati dalla camera da letto. Facile da ricordare, è qui che nasce la famiglia, dall’unione di un uomo e una donna. Tutto parte da qui. Così come dobbiamo assicurarci di avere un letto comodo e non un letto di spine, così come dobbiamo assicurarci di avere lenzuola pulite, cuscini confortevoli, coperte per la stagione fredda e lenzuola leggere per quella calda, così dobbiamo assicurarci di curare e coltivare i nostri rapporti in famiglia e con gli amici stretti. Lo so, qualcuno potrebbe avere situazioni difficili, famiglie difficili se non orribili. Una è la famiglia in cui cresciamo, una è quella che decidiamo di formare con chi amiamo. Entrambe sono importanti. A volte il meglio che possiamo fare per noi è lasciare la famiglia di origine. L’importante però è non portare rancori. Ogni cosa irrisolta, ogni frase non detta in questo contesto può rimanere nella nostra vita così come un sasso nel letto, un cuscino di pietra, una coperta rotta o bucata. Fai tu, in base alla gravità di questi problemi. Possiamo far finta che non ci interessi. Il punto è che è sempre li, nel nostro letto, questo problema. Finché non lo risolviamo, ci sarà disarmonia. Così come dormire su un cuscino di pietra o con un sasso nel letto. Se qualcuno ha problemi seri in quest’ambito, il consiglio è sempre quello di farsi aiutare. Chiedere aiuto e farsi aiutare. Per tutti quelli che hanno problemi “standard” (perché sono molto comuni), la comunicazione aiuta. Se hai difficoltà a rapportarti con un familiare o amico stretto, ti rimando al capitolo “siamo tutti diversi” in cui ti aiuto a capire le diverse personalità. Può aiutarti a rapportarti nel modo migliore con le altre persone e anche capire meglio te stesso.

Il soggiorno | Comunità più larga

Siamo un animale sociale. Non siamo fatti per vivere da soli (anche se a qualcuno piace pensarla così, ogni tanto). Abbiamo bisogno di interagire con le altre persone, non solo con i familiari, i colleghi, gli amici stretti. Nella piramide di Maslow, o scala gerarchica delle necessità umane, al terzo livello, dopo i bisogni fisiologici e la sicurezza c’è l’appartenenza. Il che significa che ogni essere umano, una volta riempito lo stomaco (bisogni fisiologici) e messo qualcosa da parte per il futuro (proprio e della propria famiglia) ha bisogno, ha proprio l’istinto naturale di sentirsi parte di una comunità più grande. La famiglia è già una prima forma di comunità (infatti è rappresentata dalla camera da letto) che poi si allarga alla tribù, alla società vista sempre in senso più lato. Sono comunità la nostra cerchia di amici, i tifosi della stessa squadra, gli alunni della stessa classe, dello stesso anno, della stessa facoltà. Ci sono comunità religiose, gruppi politici, comunità intellettuali, etniche. Non curare questi aspetti è come trascurare il soggiorno di casa nostra. Non sappiamo di averlo ma se è sempre vuoto ce ne accorgiamo. Avere l’appoggio di un gruppo, una comunità, altre persone che per un motivo o un altro sentiamo simili e quindi vicine a noi ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Il punto è che più ci sentiamo parte di qualcosa di più grande più ci sentiamo appagati, per questo bisogno di appartenenza che è innato in noi. Vivere asociali, non avere rapporti col prossimo, che sia voluta o non voluta la cosa (estremo) ci fa vivere in una casa senza soggiorno. Anzi, peggio, con un cratere al posto del soggiorno. Quindi nella pratica cosa dovresti fare? 

Semplice: tieniti stretti i tuoi gruppi, le tue comunità, perché sono una parte importante della tua vita, del tuo equilibrio. Sempre ovviamente a patto che ti ci rispecchi.  Altrimenti devi cambiarle perché ti prenderebbero più di ciò che ti danno in cambio. Così come se non ti senti più a tuo agio in un soggiorno anni settanta puoi sempre cambiarlo. L’importante è che tu abbia un soggiorno che ti piaccia e ti faccia stare bene. Lo so, adesso sei curiosa/o del resto della piramide. Hai ragione. Sopra il bisogno di appartenenza (quindi una volta soddisfatto questo), per Maslow l’essere umano ha bisogno di riconoscimento (contribuire in qualche modo dalla comunità), e poi ancora di realizzazione personale (fare esattamente quello che voglio, sempre per contribuire alla comunità). I puristi mi perdonino questa estrema brutale sintesi, non è questo lo scopo del libro. Tranquilla, tranquillo, il metodo Ponte ti porterà fino in cima alla piramide se vorrai applicarlo.

Connessioni

E adesso, dopo le connessioni tra mente e corpo (cucina, pavimento, soggiorno e bagno), dopo le connessioni con le altre persone (camera da letto e soggiorno), vediamo le connessioni con la natura, l’universo, con ciò che non è così tangibile/palpabile ma esiste comunque, lo percepiamo, è sempre attorno a noi e influisce anch’esso sulla nostra vita.

Il nostro giardino | La natura, gli spazi aperti

Un bel giardino con l’erba curata, prato inglese, fiori curati, potati, concimati e profumati. Siepe geometricamente perfetta, quasi scolpita. Ruscello con l’acqua che fa molto Feng Shui. Uno spettacolo. Oppure un giardino pieno di erbacce incolte, disordine, attrezzi da giardinaggio sparsi qua e là, e concime in sacchi marciscenti lasciati in un angolo a prendere acqua e intemperie. Torniamo sempre all’ordine e alla pulizia. E stiamo parlando questa volta del nostro collegamento con i grandi spazi aperti, con la natura, con l’universo. Per chi come me è cresciuto in campagna non è una novità che faccia bene camminare all’aperto, farsi una passeggiata nel bosco, scalare una montagna. Anche solo fare due passi al parco. Questo è uno dei nove ambienti di cui prendersi cura, significa semplicemente che siamo fatti per stare all’aperto. Non possiamo fossilizzarci in un ufficio o in una biblioteca come topi da laboratorio in continuazione. Possiamo sempre portarci i libri al parco, quando c’è bel tempo. Se lavoriamo otto ore al giorno in ufficio, cerchiamo almeno nelle pause, nei fine settimana, di riavvicinarci alla natura perché semplicemente ci fa bene! Se poi vuoi fare bingo, ci vai con un amico caro o un familiare e prendi i cosiddetti due piccioni con una fava, passeggiata nella natura (mi prendo cura del giardino della casa invisibile) e mi prendo cura di una relazione con un amico (metto in ordine anche la camera da letto). Puoi sfogare la tua fantasia a piacimento. L’importante è sempre prendersi cura dei nove ambienti della nostra casa invisibile.  Armonia ed equilibrio.

Il Tetto | tra noi e le stelle

La nostra casa immaginaria ha ovviamente anche un tetto. La parte della casa che ci ripara dalle intemperie, dalle piogge, dalla neve, dal sole cocente. Il tetto è la parte della casa che ci separa dal cielo, dalle stelle, da tutto quello che c’è di straordinariamente grande, inesplorato, sconosciuto sopra di noi. Che vogliamo credere in un Dio o in un altro, nell’esistenza di un’entità superiore o in niente è ovviamente una nostra scelta. Il punto è che il non porci certe domande non le renderà sorde per sempre. Chi è completamente ateo ha comunque bisogno di luoghi da considerare sacri. Non devono per forza essere legati al culto di una religione, ma devono essere legati a un senso di sacralità personale. Per farti un esempio: per qualcuno potrebbe essere la casa o il paese dove è cresciuto, a suscitare in lui un profondo senso di pace e serenità, così come un cristiano trova queste emozioni accendendo una candela in chiesa. Non deve nemmeno per forza essere un posto fisico, ma se sono cristiano mi sento bene anche mentre recito una preghiera, così come una persona che medita o pratica yoga sente lo stesso beneficio dalla propria pratica giornaliera. Ecco, curare il tetto della nostra casa invisibile significa curare la nostra spiritualità, sia che per noi sia rappresentata da una religione, sia che sia semplicemente il collegamento con noi stessi. Ovviamente le cose non si escludono a vicenda, anzi possono anche sommarsi e moltiplicarsi. Parlando ancora per estremi: non credere in niente, nemmeno in noi stessi o crederci e non fare niente a riguardo sarebbe come vivere in una casa senza tetto. Va sempre bene o quasi, finché non arriva il brutto tempo.

Gli ostacoli nascosti in casa

Nelle mie sessioni di coaching aiuto le persone a vedere tutti questi nove ambienti, a capire in quali sono carenti e a porre ripari. Non sono mai cose trascendentali da fare. A volte basta una passeggiata, a volte un caffè con un amico, a volte riordinare il guardaroba, non lavorare in pigiama, o riprendere a frequentare la propria parrocchia, o togliere polvere a una vecchia passione lasciata abbandonata (il pavimento lasciato con una buca). I risultati sono sempre molto al di sopra delle aspettative, sempre a patto di impegnarsi, perché nessuno pensa che avere il tavolo da lavoro in disordine possa fare molta differenza, invece è così. 

Ora che abbiamo visto tutti questi ostacoli nascosti, che, ripeto, possono trasformarsi in trappole se non li conosciamo e gestiamo a dovere, passiamo alla terza lettera del metodo Ponte, la N.

Metodo Ponte
Metodo Ponte
Come laurearsi senza rinchiocciolirsi