Se senti che ti manca qualcosa, che non riesci a raggiungere un certo obiettivo, puoi sempre farti aiutare da qualcuno che ha già fatto cosa vuoi fare, che ha già raggiunto quell’obiettivo, che è già la persona che vuoi diventare. NESSUNA persona di successo è GELOSA. Se lo è, non durerà a lungo il suo successo. Semplicemente perché non ha ancora imparato una delle regole fondamentali (leggi fondamentali): l’abbondanza, ora a forza di ripeterlo, probabilmente sarà chiaro. Inoltre dove trovi angeli disposti ad aiutarti? Coach disposti a sostenerti, a motivarti, a spingerti a dare il meglio di te?
Capitolo 27
Angeli - coach per tutti
Libreria o biblioteca
Eh sì, angeli, coach, mentor li trovi in libreria o biblioteca. Anche sui social, certo, anche su internet in generale. Il punto qual è? Se voglio risolvere un problema, imparare qualcosa, imparare a fare qualcosa, oggi più che mai ho mille opportunità. Puoi anche andare a pranzo con i tuoi guru, a colazione, o come ho fatto io con Will Smith ascoltarli mentre fai esercizio fisico. Piuttosto che ascoltare musica (ogni tanto mi fa bene anche quella) magari mi ascolto cosa dice uno dei miei mentor. Non deve per forza essere un argomento che sto studiano, può anche essere un altro argomento che mi incuriosisce per cultura personale. Ascoltare come ragionano le persone di successo fa sempre bene, perché è nel loro modo di pensare che si nasconde il segreto del loro successo. Così, mentre nutro il mio corpo (esempio a colazione) ascolto qualcosa che nutre contemporaneamente la mia mente. Ovviamente devo cercare e scegliere informazioni “sane”.
L’asso nella manica
Più potente del talento: la pratica. Più potente della pratica: la pratica con i feedback di una persona esperta. I numeri sono semplici: 1440 minuti ciascuno al giorno. C’è chi non cava un ragno dal buco, e chi costruisce imperi, chi vive da solo, chi si fa una famiglia, ha tanti amici ed è parte importante della comunità in cui vive. C’è chi ce la mette tutta a prepararsi il pranzo e a tenere in ordine un monolocale, e c’è chi fa andare avanti una famiglia con tre figli, un marito sempre in trasferta per lavoro, una casa, un giardino un cane e due gatti. Quindi? ci sarà una differenza tra come si comportano queste persone? 10.000 sono le ore che servono, di pratica, per arrivare a padroneggiare una materia a livello MASTER. Può essere una lingua straniera, uno sport, uno strumento musicale, un’arte 10.000 ore battono qualsiasi talento, se il talento non si impegna altrettanto Quanto sono 10.000 ore? a otto ore al giorno, 1250 giorni, a cinque giorni a settimana, poco meno di 5 anni. A fare la stessa cosa tutti i giorni otto ore al giorno. Sabato e domenica esclusi. Tre anni e mezzo lavorando sette su sette, feste incluse. 500 ore per diventare master INSEGNANDO e con un MAESTRO/COACH che ci corregge e amplifica il senso delle nostre ore di impegno. A te la scelta. La strada è semplice. Non è breve, ma è semplice, alla portata di tutti, soprattutto se, come abbiamo visto, i coach/maestri/guru/mentori hanno scritto libri, messo materiale gratuito su internet ecc ecc. Tornando al feedback (riscontro) importantissimo: se non capiamo cosa abbiamo fatto male, o cosa possiamo migliorare, le possibilità che miglioriamo in quel senso sono veramente scarse. Per questo motivo avere qualcuno che ci guarda dall’esterno e ci fa notare i nostri errori e cosa possiamo migliorare, ci farà risparmiare moltissimo tempo. Nel caso non riusciamo ad avere una persona esterna, possiamo sempre auto analizzarci. Non è ugualmente efficace, ma è già un ottimo punto di partenza. Facciamo un esempio semplice: voglio migliorare i miei esami orali. Posso esercitarmi allo specchio e registrarmi, poi rivedermi, riascoltarmi criticamente senza giudizio su me stesso ma sulla performance. Trovo punti di miglioramento e mi concentro su questi. Poi ripeto ancora e ancora finché mi sembra che vada bene. Se posso avere anche un feedback esterno, tanto meglio. Anche per questo motivo, torno a ripetere, è meglio studiare in gruppo. Come vedi, ognuno di noi può anche essere il coach di sé stesso, fermo restando che non possiamo pretendere, da soli, di vedere tutto quello che vede una persona esterna. E ognuno di noi può aiutare un amico, un compagno di studi e comportarsi da coach.
Cerca
Non esiste “non so” non esiste “non so fare” non esiste “non sono capace”. Cerca le informazioni che ti servono. Impara le cose che vuoi imparare a fare. Diventa bravo nelle cose che vuoi migliorare. “Non so che talenti ho”, cerca su Google “come riconoscere i talenti” e impegnati, leggi, ascolta, prova, riprova (e rileggi il capitolo dei Talenti). “Non sono bravo in matematica” non esiste, esiste
come posso diventare più bravo in matematica?
E vai o cerchi soluzioni, o cerchi scuse.
Entrambe non si può. Le soluzioni sono nel presente e nel futuro, le scuse sono nel passato. Di sicuro le scuse sono radicate in un modo di ragionare che non hai creato oggi, ma hai creato nel passato ascoltando e imitando inconsapevolmente un modo di fare molto popolare. Oggi lo puoi cambiare decidendo di dare priorità ad altre cose, dare priorità alle soluzioni. Ti consiglio il bonus “100%” per approfondire ancora questo discorso. Ti spiegherò cosa cambia, cosa succede quando invece di scuse ci prendiamo il 100% della responsabilità delle nostre azioni e dei nostri risultati.
Rialzati (come affrontare i fallimenti)
Come ho anticipato nei capitoli “fallitori”, e nel capitolo sul NO, volere o meno i fallimenti arriveranno. Alviero Martini (lo stilista) li chiama inciampi. Mi piace questo modo di vedere. Viene anche più semplice pensare a cosa fare dopo. Cosa si fa dopo essere inciampati? Ci si rialza e si riprende il cammino. Ci sono alcune semplici regole da seguire, da tenere a mente:
- Ogni fallimento è una lezione: ci dice come non vanno fatte le cose, dobbiamo farne tesoro per migliorare
- Ogni inciampo è un passo avanti verso i nostri obiettivi
- Il fallimento è sempre passeggero, finché continuiamo a rialzarci
- Il fallimento può riguardare un business, una relazione, un progetto, un esame. Non riguarda mai la persona.
- Non permettere a niente e a nessuno, a nessun fallimento di minare la tua autostima.
- Focalizzati sul processo, non sul risultato.
Spostiamo le gambe (i pilastri) alle credenze
(Faccio un piccolo ripasso, per quelli che saltano subito a questi strumenti senza aver letto tutto il resto :)). Come abbiamo visto, credenza è una cosa che diamo per buona, che crediamo sia così. Si basa su quattro tipi di “gambe”. Esperienze personali. Esperienze di altri. Cose dette da altri. Cose che ci diciamo noi. Per modificare una credenza che ci limita, se non troviamo il momento “AH ECCO!” per cancellarla in un attimo, allora dobbiamo prendere gamba per gamba, come abbiamo visto, e metterla in discussione fino a romperla. Ora ti faccio vedere un’altra tecnica che parte dalla credenza e la sposta piano piano verso la credenza che invece voglio. È una tecnica diversa e funziona come la precedente (del capitolo Spacchiamo le gambe alle credenze), ci aiuta a trovare passo dopo passo credenze migliori.
Prendo la credenza in sé. La “addolcisco”, limito la sua validità a determinate circostanze, ne limito (come direbbero i matematici e gli ingegneri) il campo di esistenza. Tolgo quindi la sua validità assoluta. Poi cerco di spostare l’attenzione sulla possibilità che sia falsa, fino a trovare una credenza che abbia senso e che sia la più distante possibile rispetto alla credenza limitante da cui sono partito, se non addirittura l’opposto. Esempio: “Il denaro è la causa di tutti i mali”. Non cerco le gambe, parto proprio da qui “a volte il denaro causa problemi” (con “a volte” circoscrivo la verità, la veridicità della frase, e passo da “tutti i mali” a “problemi”, meno forte e non assoluto, non TUTTI i problemi, ma “problemi”, sottinteso “alcuni”). Bene, continuo “a volte il denaro, se mal gestito, causa problemi” ho ancora circoscritto di più le circostanze con “se mal gestito”, che significa che invece, quando è ben gestito, non causa problemi. Giusto? Sì, logico. Continuo, perché sto ancora guardando il mezzo bicchiere vuoto, ma ho appena intravisto quello mezzo pieno e lo vado a portare a galla “quando ben gestito, il denaro non causa problemi”, qual è il contrario di “problemi”? Direi “soluzioni”, il contrario di causare (in questo caso) è risolvere. Ed eccomi al mezzo pieno:
"quando ben gestito, il denaro risolve problemi"
È vero? Sì, direi proprio di sì. Abbiamo trovato il bicchiere pieno? Non ancora. Eccolo qui: “Il denaro ben gestito risolve problemi”, “il denaro ben gestito è un grande aiuto”, e continua come vuoi adesso, se voglio fare un lavoro completo, ci metto anche le gambe sotto. Più ne trovo meglio è. Mi ricordo di quando ho fatto un buon affare, un buon investimento, un buon acquisto. Di quelli che hanno fatto persone che conosco. Chiedo al caro Zio Google (problemi risolti dal denaro) e via così, a riempire questo tavolo di gambe. Giusto per chiarire: non significa che non ci siano problemi CAUSATI dal denaro. Quelli ci sono e ci saranno, ma, se ci pensi bene, c’è sempre della cattiva gestione, cattiva amministrazione, dell’intento sbagliato. Il denaro in sé non fa né bene né male, non crea e non risolve problemi. Ciò che crea o risolve problemi è il modo che abbiamo noi di usarlo/amministrarlo. Vinco 5 milioni di euro, me li brucio in alcool, droga e Rock&Roll poi mi suicido con meno soldi di quanti ne avessi prima della vincita. Ma sono i 5 milioni che mi hanno buttato dal balcone, o l’uso che IO ne ho fatto di questi 5 milioni? Vince 5 milioni mia zia Rita, li spende un po’ per sponsorizzare un ospedale, un po’ per abbellire e ingrandire la casa di riposo in cui è stata trattata tanto bene, un po’ li dà a parenti e amici, un po’ all’UNICEF, un po’ ad altre Onlus. Non credo proprio che salti da nessun balcone. Il punto qual è? È che se crediamo che una cosa (il denaro in questo caso, ma potrebbero essere i rapporti interpersonali!) sia negativa, non potremo mai averne perché i nostri inquilini del piano di sotto faranno di tutto per non farcene avere. Né di soldi, né di rapporti interpersonali appaganti, né soci in affari affidabili, carriere appaganti, equilibrio tra famiglia e lavoro.
Questo è quanto. Per questo motivo è tanto importante togliersi sradicarsi di dosso le credenze limitanti.
Metodo Ponte
Come laurearsi senza rinchiocciolirsi