Capitolo 7
Cosa è cambiato, cosa sta cambiando

Rispetto alla mia generazione i punti interrogativi di base sono rimasti pressoché uguali. Cosa è cambiata è la velocità in cui va avanti la tecnologia, in cui cambiano le abitudini. Le informazioni viaggiano alla velocità impensabile anche solo qualche decina di anni fa. Come passare da andare in bici a volare con un jet privato. Non sappiamo nemmeno dove possiamo andare con un jet privato, se siamo abituati ad andare in bici. La velocità è troppa rispetto a quelli che erano i nostri ritmi. Per questo motivo si accentua il distacco tra le generazioni. Questa velocità da jet privato ha contagiato tutti (o quasi tutti), ma la differenza è che chi ci è nato, con un cellulare in mano, riesce a guidare il suo jet molto meglio, e il suo problema non è guidarlo, è capire dove vuole andare e dove sta andando. Questi jet hanno comunque un pilota automatico che – se non governato – ci porta dove vuole. Porta la nostra attenzione dove vuole, a vedere i contenuti che vuole, le notifiche che vuole e il nostro tempo vola. Il mio volava a fare zapping tra decine di canali tv, senza vedere niente. Il tempo di oggi vola a vedere reel/post/notifiche di cui non abbiamo chiesto, e che non ci danno niente di buono tranne l’illusione di rimanere connessi “al mondo”. 

Tornando alla metafora del ponte come passaggio da una sponda all’altra, da una identità personale (studente) all’altra (professionista), qual è il pericolo? È che ci costruiamo un ponte senza averne deciso noi la destinazione. Noi tutti i giorni posiamo 1440 mattoni da qualche parte. Sono i minuti che abbiamo a disposizione ogni giorno. Non possiamo nemmeno non usarli o accumularli per domani. O decidiamo noi dove metterli, come usarli, in che direzioni allinearli o lo deciderà qualcun altro. Chi? Chiunque passi di lì e veda che noi non sappiamo dove metterli. O chi non vede l’ora di prenderseli i tuoi mattoni (il tuo tempo e la tua attenzione) per farti fare cosa vuole (farti comprare un prodotto, farti mettere un like su un post, farti ascoltare dei contenuti SUOI di cui non hai chiesto). Non mi credi? Se ti alzi al mattino e i primi mattoni li dai ai social, intanto parti magari con l’idea di passarci un paio di minuti (dargli un paio di mattoni) e poi finisce che di mattoni se ne sono presi dieci o più. E intanto il tempo passa, i mattoni si perdono un po’ sui social, un po’ su YouTube. Vedi cosa hanno fatto gli amici ieri, vedi chi compie gli anni. E poi? Poi vedi che una trentina di mattoni sono spariti, sono stati usati per qualcosa di cui non hai idea. Un ponte che ti porterà dove vuole qualcun altro. 

Quali sono i mattoni usati consciamente? Sono i mattoni che usi per la tua crescita, per leggere, studiare, fare esercizi. Sono i mattoni che usi per la tua salute, per nutrirti bene, per fare sport, per migliorare la tua forma psico-fisica, per riposarti quando sei stanco. Sono anche ottimi quelli usati per coltivare le tue amicizie, fare nuove conoscenze. In definitiva i mattoni hanno senso quando li usi in modo consapevole, in qualsiasi modo tu decida di usarli. Quelli sono mattoni che hai usato tu. Gli altri quelli che “volano” senza che te ne renda conto sono mattoni che 


"ti sei lasciato sfuggire di mano. "


E ogni mattone è parte della tua vita, ricordatelo. Ogni mattone costruisce un ponte, o il ponte è il tuo o è quello di qualcun altro.

Se non ti impegni oggi, stai sabotando il tuo futuro

Perché mi piacciono i ponti? I ponti sono la perfetta metafora del coaching, la perfetta metafora del cambiamento. Non sono semplicemente strade, sono strade sospese, strade che collegano due sponde, il vecchio (il nostro presente, chi siamo oggi, cosa abbiamo oggi) con il nuovo (il nostro futuro, chi vogliamo diventare, cosa vogliamo raggiungere, ottenere, creare, dimostrare, avere). Vedete, possiamo costruire qualsiasi ponte desideriamo. Creiamo ponti tutti i giorni. Ogni cibo salutare che mi metto in corpo poso un mattone sul ponte che mi porta a stare bene, in salute. Ogni volta che mangio un cibo che mi fa male costruisco il ponte nella direzione opposta, verso un futuro di scarsa salute o peggio di malattia. Il punto qual è? Vediamo di arrivarci assieme con un esempio: diciamo che voglio scrivere un libro (la mia situazione in questi giorni). Ho bisogno di parecchi mattoni (parole, frasi, paragrafi, capitoli). Quindi ecco come lavoro [se non sei interessato alla mia storia puoi sorvolare sul prossimo capitolo]: 


  1. Perché voglio scrivere un libro? Perché voglio avere un prodotto da dare/vendere agli studenti che parteciperanno ai miei seminari, a partire da settembre (o prima).
  2. Su che sponda voglio arrivare? Chi voglio diventare? Voglio diventare il punto di riferimento per studenti che hanno difficoltà a scegliere/terminare il proprio percorso di studi, e per neolaureati che devono costruisti la carriera o il business dei propri sogni.
  3. Cosa avrò risolto col mio nuovo ponte? Col mio libro avrò aperto la strada per tutti coloro che mi vorranno seguire, leggendo il libro, per diventare persone più consapevoli e più felici. 


Conoscendomi, sono motivato dall’aiutare gli altri, una specie di mentalità del buon samaritano, o da crocerossina che mi accompagna da quando ero piccolo, quindi sono sicuro che una volta arrivato dall’altra sponda sarò contento, realizzato, e che la soddisfazione che mi aspetta è di gran lunga sufficiente a darmi la spinta per superare tutti gli ostacoli che troverò lungo il percorso, durante la costruzione del mio ponte. Cosa troverò, o cosa penso di trovare dall’altra sponda mi motiva a costruire il ponte. Sono sicuro (anche se sicuro al 100% no)11 che il ponte spunti nella direzione giusta. Bene, adesso devo iniziare a mettere mattoni uno sull’altro? Beh, non ancora, mi serve un progetto, un progetto dettagliato. Perché? Perché devo capire COME raggiungere l’altra sponda. Certo, la geometria ci dice che la distanza minore tra due punti (tra due sponde) è una linea retta, ma non è così semplice capire cosa significa, nel nostro caso specifico.


Come faccio a progettare il mio ponte (scrivere un libro) se non ho mai fatto niente del genere? Semplice: imparo da chi ha già scritto libri! Imparo a progettare e poi costruire il ponte, facendomi insegnare da chi lo fa già. On line c’è molto a riguardo. Io per fortuna ho comprato un corso sull’argomento anni fa. Quindi riprendo in mano il corso, preparo il mio progetto e solo allora inizio a mettere mattoni uno sopra l’altro. Per non perdersi o demoralizzarsi durante il percorso, per ogni progetto che si rispetti, serve pianificare le varie attività e metterle a calendario, allocare le risorse (tempo soprattutto) e partire. Non si può pianificare tutto al 100% in molti casi, non sapendo nemmeno quando dovrà essere lungo il libro (il ponte) non so quanti giorni mi ci vogliano, quindi ragiono al contrario: quando mi serve il ponte? A settembre (oggi mentre scrivo è il 29 aprile 2022) mi serve. Altrimenti corro il rischio di andare a fare presentazioni nelle università senza avere poi un prodotto da lasciare agli studenti. Non sono così presuntuoso da pensare che ascoltarmi un’ora o un giorno parlare possa fare grandi cambiamenti, ma avere un libro per rileggere e riflettere ulteriormente sull’argomento può assolutamente aiutare. Ottimo, quindi, a settembre il mio libro dovrà essere in libreria o su Amazon (non ho ancora deciso). Quindi cosa dovrò fare entro settembre? 


  1. Scrivere il libro 
  2. farlo correggere/rivedere 
  3. decidere se pubblicarlo da solo su Amazon o darlo a una casa editrice 
  4. stamparlo 
  5. pubblicizzarlo. 


Non avendo idea di quanto mi ci vorrà a fare tutto questo, cerco di essere previdente e decido di voler finire la scrittura del libro entro la fine di maggio. Dedicare giugno a capire se meglio auto pubblicarlo o cercare un editore. Luglio per autopubblicarmi o cercare editore. Agosto andare in stampa. Settembre pronto alla divulgazione / vendita. Sono abbastanza stretto con i tempi, ma il pensiero di arrivare a settembre col libro pronto mi esalta a tal punto che il mio focus è tutto sul progetto. Tengo monitorati:12 - capitoli scritti - pagine scritte.

I dubbi

Perché poco sopra scrivevo che non sono comunque sicuro al 100% di riuscire? Non sono sicuro al 100% di riuscire. E quindi? Perché faccio tutto questo, impegno così tanto tempo ed energie? Cosa sto rischiando? Di ritrovarmi tra qualche mese con un mucchio di pagine che non leggerà nessuno? Con un mucchio di pagine ancora da mettere in ordine per farne un libro? Un mucchio di pagine che mi causeranno solo insulti e commenti negativi? O mi ritroverò con un pugno di mosche in mano? Di cosa non sono sicuro ancora al 100%? Ecco un breve elenco: 


  • di trovare università disposte a finanziarmi per parlare con gli studenti 
  • di iniziare a guadagnare da questo progetto prima di finire i soldi 
  • di finire questo libro 
  • di avere un modello di business adeguato al progetto 
  • di riuscire a parlare giorni interi a una platea senza “perdermi” 


Sicuramente mi ritroverò con meno soldi (scrivo e non faccio il coach, anzi ho praticamente smesso per dedicarmi al mio progetto quindi sto perdendo clienti che sto passando a colleghi). Certo che potrebbe andare tutto male, ma sai cosa mi spinge a fare comunque quello che sto facendo? Il mio perché! Come vedrai il perché è proprio il primo pilastro del metodo, è il motore, il turbo, è lo stimolo che ci fa muovere e affrontare tutto. Sono sicuro di poter aiutare molti studenti, quindi vado avanti nonostante il 100% della sicurezza di riuscire non ci sia. E poi per un altro motivo non meno importante: mi sto godendo il viaggio. Mi piace tutto quello che sto facendo, come essere qui al mattino alle sette sulla terrazza a scrivere, con la mia tazza di caffè. Poi più avanti ti svelo tutti gli altri punti del metodo PONTE applicati a me. Vedrai che faccio tutto quello che “predico” (con l’accento sulla è ), anche se sicuramente qualcuno potrà farlo anche meglio di me. E ne sarei solo estremamente contento. Quindi goditi la lettura. 


You do what you misure 


Significa che per migliorare qualcosa, devi essere in grado di misurarla. Fai ciò che misuri, migliori ciò che misuri. Altrimenti non avrai mai la certezza che le azioni che stai facendo vadano nella direzione giusta. Svilupperò questo concetto più avanti. Solo prendi nota che per scrivere il libro misuro quanto sto scrivendo. Sembra banale ma non lo è. 

Quali sono gli ostacoli che incontriamo tutte le volte che dobbiamo costruire un ponte? Cioè tutte le volte che decidiamo di fare qualcosa di nuovo, di migliorarci, di evolvere, di cambiare qualcosa che non ci piace?

Ostacoli

Gli ostacoli li vedremo tutti nel dettaglio, intanto te ne anticipo alcuni: sabotaggi esterni (persone che vorranno prendersi il tuo tempo e le tue energie, e al giorno d’oggi la tua attenzione che sta diventando un bene preziosissimo), e sabotaggi interni (procrastinare, avere dubbi infiniti, non agire per mille motivi, riempirsi l’agenda di “cose da fare” non importanti ecc ecc). Le cose potranno non andare come abbiamo previsto e questo potrà demoralizzarci. Vedrai nel corso del libro che per tutti questi ostacoli c’è una soluzione. C’è sempre chi questi ostacoli li ha già superati e molte di queste persone hanno deciso di aiutare gli altri a fare lo stesso. Io per primo. Questo libro ne è un esempio. Ho capito che errori ho commesso, come li ho risolti, e ora voglio condividere.

Metodo Ponte
Metodo Ponte
Come laurearsi senza rinchiocciolirsi